
Il giardino botanico La Pica, nelle. campagne di San Biagio, dove. si coltivano. di piante rare
Presso il Giardino Botanico "La Pica", nel cuore delle campagne di San Biagio, dove è stata realizzata una singolare collezione di piante erbacee, arbustive e arboree che coprono un appezzamento di terreno di 21mila metri quadrati tra i Comuni di Mirandola, San Felice e Medolla, è stato recentemente realizzato il progetto di una "food forest". La sfida è di far crescere liberamente alberi da frutto, erbe medicinali e officinali, bacche, ortaggi, piantati l’8 marzo scorso da alcuni componenti dell’associazione "Il Giardino Botanico La Pica" insieme con gli scout di Mirandola. "In un clima di entusiasmo e collaborazione, - spiega la botanica Eleonora Tomasino, che collabora al Giardino Botanico - abbiamo iniziato a realizzare una food forest, una vera e propria foresta commestibile, una coltivazione multifunzionale che integra alberi da frutto, erbe medicinali e officinali, bacche, ortaggi e molto altro, in perfetta sinergia con le piante spontanee e gli animali che popolano questo habitat".
Si tratta di una pratica di coltivazione innovativa, che integra coltivazioni erbacee, arboree e/o pascoli nella stessa area, creando sistemi agricoli più sostenibili, resilienti e in armonia con l’ambiente. "Il nostro obiettivo – prosegue Tomasino - è rendere questo spazio non solo un angolo di natura rigogliosa, ma un vero protagonista del territorio, a disposizione di tutta la comunità. Abbiamo piantato circa 45 alberi da frutto su un’area di 2.000 metri quadrati, privilegiando varietà tipiche locali e frutti antichi ormai rari". Il progetto nasce con l’intento di sottrarre terreno all’agricoltura intensiva, restituendo alla Bassa modenese le sue antiche colture e contribuendo così alla rigenerazione degli ecosistemi. Lo spazio, ancora in fase di allestimento, diventerà anche un luogo di formazione e sensibilizzazione, ospitando workshop e progetti di educazione ambientale per diffondere la consapevolezza sull’importanza della biodiversità e della tutela del nostro patrimonio naturale. Il primo appuntamento presso l’orto-frutteto è stato guidato da Giulio Azzolini, esperto e appassionato di agroforestazione, che da anni applica con successo questo metodo.