«Una pensione per le piante lasciate sole»

Migration

«IL NOSTRO ‘Garden Resort’ è nato per fare fronte all’esigenza dei clienti che, quando vanno in vacanza, non sanno dove lasciare le loro piante. Noi le ospitiamo nella nostra serra, le accudiamo nel migliore dei modi e loro, attraverso un’apposita app e una webcam, possono addirittura osservarle a distanza sul proprio telefono». A fare luce su uno dei progetti più innovativi presentati in occasione dell’Oscar Green, il premio promosso da Coldiretti per valorizzare le proposte per l’agricoltura del futuro, è Emanuele Morselli, modenese doc, e titolare del ‘Garden Vivai’.

«L’iniziativa è stata fatta lo scorso agosto in collaborazione con ‘I portali’e contiamo di ripeterla a breve: possiamo ospitare un massimo di 80 piante, 3 per ogni cliente e di un’altezza che non deve superare i 150 cm. Accudiamo un po’ di tutto, dai bonsai ai tronchetti, al resto, ma prima di essere prese in carico le analizziamo e le facciamo una sorta di diagnosi di quelle che potrebbero essere le esigenze. Non lasciamo nulla al caso – chiosa Morselli – tanto che alle piante facciamo anche ‘ascoltare’ musica classica, come si fa in una sorta di percorso di musicoterapia. Per noi sono veri e propri ospiti e come tali li vogliamo trattare, crediamo sia una forma di rispetto vero chi ce le affida e, più in generale, verso la natura».

AMMIREVOLE anche la ‘fattoria sociale’, società agricola ‘Terrevive’ di Gargallo di Carpi in cui lavorano 25 ragazzi diversamente abili. «Questi ragazzi – spiega Gianluca Bergianti, coordinatore delle attività – sono coinvolti nella coltivazione di 43 ettari di terreno in cui vengono fatti crescere diversi tipi di frutta e verdura. Qui trovano spazio per sviluppare quelle che sono le attività, magari anche più semplici, ma comunque importanti per noi e per loro».

Fra queste idee, presentate all’Oscar Green Emilia Romagna, c’è anche quella della ‘coltivazione di humus’, componente organico del terreno particolarmente fertile, proposta da Giulia Ruini nella sua tenuta agricola in località Migliarina, a Budrione di Carpi. «Il nostro obiettivo è la creazione di fertilizzante biologico naturale - spiega Giulia Ruini - per farlo prendiamo il letame equino e lo facciamo stagionare poi al suo interno inseriamo dei lombrichi californiani rossi che, una volta digerito il letame, producono un humus al 100% biologico di cui c’è una grandissima richiesta. Ci tengo a sottolineare – continua Giulia Ruini - che questo humus viene portato in laboratorio per essere certificato e, vista la necessità sempre più elevata, siamo pronti a produrne sempre di più».

DA QUESTA attività di ‘coltivatori di humus’ potrebbe poi anche nascerne un’altra, collaterale, ma non meno interessante per il settore. «I lombrichi californiani si riproducono a grande velocità – chiosa Ruini - per cui arriveremo ad averne una quantità probabilmente spropositata rispetto a quelle che sono le nostre necessità e siamo quindi disposti a sviluppare una seconda attività, parallela, per venderli e di conseguenza aumentare le possibilità di avere sul mercato humus biologico al 100%».