"Un’emergenza sottovalutata"

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"In queste ultime settimane la patologia acuta respiratoria sta mettendo a dura prova l’intera rete di assistenza pubblica all’infanzia". A dirlo è la pediatra Elisabetta Scalera: "Partiamo dalle patologie più frequenti : l’influenza, il Covid e il virus respiratorio sinciziale. A questi si aggiungono le normali malattie esantematiche come la scarlattina,la sindrome bocca mano piede, la VI malattia e per non farci mancare nulla la pertosse. Per fortuna non è ancora arrivata da noi l’eccezionale ondata di casi di bronchioliti da Vrs che sta mettendo a dura prova gli ospedali degli Stati Uniti. Le motivazioni di quanto si sta verificando sono note e da tempo gli esperti avevano lanciato l’allarme rispetto alle conseguenze delle riaperture dopo anni di isolamento ed uso di mascherine che, come noto ,sono la prima arma di contenimento del contagio dalle malattie diffusibili per via aerea. In ambito pediatrico, perlomeno nella nostra Regione non si è fatto molto. – accusa Scalera – Non è partita la campagna vaccinale per i piccoli sani, pur essendo disponibile il vaccino per via nasale. Non c’è stato un tavolo di confronto di preparazione alla crisi, che si sapeva possibile, tra i pediatri di famiglia e pediatri ospedalieri". I pediatri di famiglia sono stremati da decine e decine di telefonate e i medici del pronto soccorso faticano a fornire una assistenza a quanti si rivolgono a loro, con genitori che spesso si allontano prima che i figli siano visitati.

"Come pediatri di famiglia ci sentiamo in dovere di rivolgere un appello ai nostri interlocutori diretti cioè i genitori dei nostri piccoli pazienti. La febbre, sintomo principale dell’influenza non è una urgenza, lo diventa se molto alta ,oltre i 40,5 gradi ,se si associa ad altri sintomi, se non

risponde ai comuni antipiretici e se si presenta in bambini molto piccoli".