Unità speciali per curare i pazienti a domicilio

Squadre di medici e infermieri seguiranno a casa i pazienti ammalati o con sintomi lievi e in isolamento. "Faremo anche i tamponi"

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di Silvia Saracino

Scendono in campo le unità speciali contro il Coronavirus. Su indicazione del Governo e della Regione l’Ausl di Modena ha organizzato in tutti i distretti sanitari della provincia squadre di medici che andranno a visitare a casa i pazienti positivi al Covid-19, quindi in isolamento domiciliare, o con sintomi sospetti. Una risposta straordinaria ad una emergenza straordinaria, sottolinea l’azienda sanitaria che ha concordato l’intervento assieme ai sindacati dei medici di continuità assistenziale (guardie mediche) e gli specialisti ambulatoriali.

Le ‘usca’ (unità speciali di continuità assistenziali) sono attive da alcuni giorni a Carpi e da ieri a Vignola, ben presto copriranno tutti i sette distretti della provincia per un totale di 14 medici (2 per distretto). Saranno i medici di medicina generale, i pediatri o le guardie mediche a fare da ‘filtro’ tra il paziente e l’unità speciale.

"Il medico di medicina generale fa un triage telefonico e attiva l’unità speciale organizzando una visita a casa del paziente" spiega Maria Pia Biondi che dirige il distretto di Vignola.

Il medico dell’unità speciale, una volta attivato, va a casa del paziente completamente ‘bardato’ di tutte le protezioni di sicurezza anti-contagio, quindi mascherine, tute, occhiali, guanti.

Compito (importantissimo ) delle usca è quello di monitorare i parametri del paziente, controllare l’evolvere della malattia, e, soprattutto, effettuare a domicilio l’ossigenazione del sangue. In base alla situazione il medico può richiedere il tampone (che verrà effettuato da infermieri specializzati) e, nei casi gravi, chiamare il 118 per il trasporto in ospedale. L’Ausl ha messo a disposizione delle unità speciali anche un’auto per gli spostamenti e ambienti non accessibili al pubblico (uffici dedicati) dove ricevere chiamate e inserire dati.

"Le unità speciali sono una risorsa molto importante perché possono andare a casa del paziente dotati di tutti i dispositivi di sicurezza che il medico di medicina generale non ha" spiega Biondi.

Le unità speciali sono state reclutate tra medici di continuità assistenziale, corsisti di medicina generale e medici specialisti ambulatoriali che hanno avuto un calo di lavoro per la forte riduzione di attività ambulatoriale. Gli infermieri hanno il compito di preparare il kit di protezione ma si sta valutando se farli partecipare.

"Speriamo di poter avere presto più medici per la turnazione" specifica Biondi. Ieri a Vignola sono partite le prime visite del medico usca a casa di pazienti contagiati e in isolamento, l’azienda sta testando l’organizzazione e si partirà anche in altri territori.

Il lavoro delle forze speciali non si sostituisce a quello quotidiano di medici di base e pediatri a cui "il cittadino dovrà continuare a rivolgersi per problemi di salute e che svolgeranno un’importante azione di valutazione diagnostica iniziale – sottolinea Anna Franzelli direttrice del Dipartimento di cure primarie - dobbiamo davvero ringraziare tutti i professionisti che hanno dato la loro disponibilità a collaborare a questa preziosa attività per i nostri cittadini".