«Uniti saremo più forti sul mercato globale»

Marco Marchi ha acquisito Blufin di Anna Molinari tramite la propria holding ’Eccellenze italiane’. «Via a riorganizzazione e rilancio»

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di Maria Silvia Cabri

Marco Marchi, fondatore e presidente di Liu Jo, ha realizzato un sogno: la blasonata Blumarine è sua. Ha infatti sottoscritto gli accordi per l’acquisizione, tramite la propria holding Eccellenze Italiane, un nuovo progetto di aggregazione e accelerazione di brand di fascia alta.

Come si sente?

«Come per ogni operazione, si vive tra la felicità, la tensione e la preoccupazione. Sono felice e consapevole della sfida che mi attende e della sua complessità. E sono orgoglioso e onorato di essere stato scelto dalla famiglia Tarabini per un simbolico passaggio di testimone che dovrà garantire a questo straordinario patrimonio di stile italiano un futuro di crescita e sviluppo».

Una lunga trattativa, quasi due anni di ‘corteggiamento’...

«La trattativa è avvenuta in via privata tra me e la famiglia Tarabini, senza l’intervento di istituti bancari intermediari. Con una stretta di mano, al termine di una cena: credo che questo passaggio sia simbolico perché richiama i codici che appartengono alla nostra cultura. Si tratta di una cessione di asset, visto che ho acquisito il 100% delle quote di Blufin: il fatturato consolidato 2018 è stato di 33 milioni di euro. In 5 anni contiamo di arrivare a un fatturato di 50 milioni di euro». Quando ha conosciuto i dipendenti di Blumarine?

«Sono andato nella sede di via Ferraris e, introdotto da Anna e con umiltà e semplicità, ho raccontato la mia storia. Ho sottolineato che non sono un ‘predatore’: Blumarine è sempre stata la mia musa da quando ho iniziato questo lavoro. Non voglio semplicemente investire denaro con questa operazione: voglio ridare lustro e valore a quel progetto straordinario che è Blumarine e per sfruttare le sue potenzialità avrò bisogno del loro appoggio e della loro conoscenza e memoria storica».

Rivoluzionerà l’assetto dei lavoratori?

«Non parto con l’idea del licenziamento. Devo avere il tempo di conoscerli e capire se sono animati dalla volontà di essere parte integrante di questa nuova sfida. Certo occorre passare da un modello inefficiente ad uno efficiente, uscendo dalle secche in cui l’azienda si è trovata. Voglio una squadra motivata, talentuosa, adatta alle esigenze del mercato».

I prossimi passi?

«Il 2 dicembre prenderemo le ‘chiavi dell’azienda’».

La vedremo in via Ferraris?

«Io sono l’amministratore della holding ’Eccellenze Italiane’, il mio ruolo è quello dell’investitore. Sarò però un attento e vigile valutatore dell’attività che saranno svolte dai miei uomini deputati alla Blumarine. Ci sarà un nuovo amministratore delegato, un nuovo direttore creativo. Per la prossima stagione, un team di designer interno realizzerà una collezione capace di coniugare gli elementi distintivi di Blumarine con quello che sarà il nuovo percorso del brand. La direzione creativa è ancora in fase di definizione e porterà nuovamente Blumarine a sfilare a Milano durante la Fashion Week di settembre 2020».

Dunque, resterà l’anima di Blumarine?

«Certo, l’anima, il codice, la sua caratterizzazione e il posizionamento. Ho voluto dare vita alla holding proprio per evitare che Blumarine venisse ‘fagocitata’ da Liu Jo. Non verrà contaminata. Tutti i suoi marchi manterranno la loro identità specifica. Blumarine è un marchio con una eccezionale notorietà e rappresenta nel mondo uno stile distintivo e unico».