Urbini e Marenzi, una coppia unita dal genio

Per non dimenticare. Ci sono persone da ricordare che hanno animato Modena già dall’immediato dopo guerra. Ne ho già parlato, ma ’repetita iuvant’, anche perché mi è capitato in mano il libro, di qualche anno fa, un Quaderno della memoria ed. Il Fiorino: ’Urbini e Marenzi, la strana coppia’. Genio e regolatezza il primo, genio e sregolatezza Paolo. Bruno Urbini, medico della Mutua ma anche presidente dell’Ordine dei Medici per tanti anni, record battuto solo più tardi dal dottor Nicolino Dautilia, ma questa è un’altra storia. Urbini scriveva poesie, commedie assieme a Zucconi già dal 1945: Baraca Vecia, La danza dei sette peli, poi con Micheletti, dottore anche lui, ’Noster fiol al dùtor’, il Farfallone per Tognazzi e il signor Prudenzio alias Valdo Chiapponi per la Rai. Chiapponi era bravissimo ma voglio ricordare anche Tagliattini e Farina, comici nati, all’altezza dei loro colleghi della nascente televisione e molto meglio degli pseudo comici di oggi. Ma ritorno a Urbini, animava Modena ma soprattutto era un mio amico. Come Paolo Marenzi, eterno studente in medicina assieme ai suoi amici, meglio compari Giorgio Alessandrini, il Tappo e Piero Lippolis, Kociss (l’unico che si era poi laureato) e ricordato come il Duca della goliardia per non so quanti anni. Era un musicista d’istinto, faceva concerti d’organo a livello internazionale, aveva accompagnato in giro per il mondo cantanti famosi come Natalino Otto, Milva, Nilla Pizzi e quando si metteva al piano e suonava il jazz specialmente negli aloni del whisky, faceva sognare più o meno come Errol Garner e forse più. Con Urbini aveva scritto quel librino delizioso ’Caro Paolo e caro Bruno’ che consiglio a tutti di leggere (se lo trovano!). Con noi c’era anche Pippo Casarini pianista di fama internazionale. Aveva composto canzoni bellissime come ’Fra tanta gente’ cantata anche da Pavarotti, ma soprattutto la famosa ’44 gatti’ tradotta e cantata in tutto il mondo. Suonava sempre nel Natale Fini Zagaglia assieme a… a… alla prossima volta.

Beppe Zagaglia