Va abbassata la pressione fiscale

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Francesco

Lamandini*

Questo governo vuole fare "un’operazione di trasparenza: si arriva a determinare quelle che sono le rendite catastali attuali e si impegna a non cambiare assolutamente il carico fiscale del catasto, nessuno pagherà di più, nessuno pagherà di meno". Queste le parole con le quali il presidente del consiglio ha annunciato la volontà di mettere mano al catasto. Ma allora, a che pro si mette mano alla revisione delle rendite catastali? La riforma ha sostanzialmente due scopi; primo mappare e classare 1,2 milioni di immobili fantasma non censiti o censiti non correttamente; secondo adeguare le rendite catastali all’effettivo valore di mercato degli immobili e dei terreni.

Per rendite catastali si deve intendere il valore reddituale che il catasto attribuisce, per scopi fiscali, a un immobile che può generare reddito e che rappresenta la base su cui vengono calcolate la gran parte delle tasse sulla casa,

Imu in testa. Valore che si calcola attualmente tenendo conto di tre parametri; il numero dei vani dell’abitazione, la sua destinazione d’uso e la zona in cui si trova. E si arriva qui al nodo di fondo: la tassazione, in specie patrimoniale, sulla casa in Italia è troppo alta, solo l’Imu vale oltre 20 miliardi. Se poi si raffrontano gli oneri fiscali che sopportano i proprietari di immobili rispetto alla tassazione di altre forme di investimento non c’è partita: l’investimento immobiliare è il più oneroso, nonostante il valore sociale ed economico degli immobili stessi. I proprietari di immobili, in primo luogo i piccoli locatori, hanno misurato sulla propria pelle la distanza che esiste con gran parte del mondo politico e istituzionale. Tutto ciò genera legittime diffidenze. La riforma del catasto, per Asppi, deve aggiornare certamente l’inventario degli immobili ma anche ridurre le rendite catastali perché il reddito di un immobile (se esiste) è già tassato, mentre l’attuale patrimoniale non è corretta. Per questo chiediamo al governo di precisare bene l’obiettivo della riforma e di abbassare complessivamente la pressione fiscale sulla casa. *Presidente di Asppi Modena