Vaccino alla figlia, genitori divisi Sì del giudice: "Salute prioritaria"

Il tribunale si è espresso in merito alla vicenda che vede coinvolta una 16enne, il padre era contrario

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di Valentina Reggiani

Ha chiesto di essere vaccinata contro il Covid e i giudici le hanno dato ragione. Al centro dell’ennesima vicenda giudiziaria che vede contrapposte le volontà dei genitori, una studentessa 16enne modenese alla quale il padre non aveva dato il consenso al vaccino anti Covid. I giudici hanno accolto appunto il ricorso presentato dalla madre della minore, autorizzandola a richiedere la somministrazione della dose per la figlia e a sottoscrivere il consenso informato anche in assenza del consenso dell’altro genitore. Secondo le motivazioni della sentenza emessa lo scorso nove marzo dalla prima sezione civile del tribunale, presieduta dal giudice Riccardo Di Pasquale "il rifiuto opposto dal padre appare contrario alla salvaguardia della salute psico fisica della minore, la cui mancanza di copertura vaccinale la espone ad un rischio di ricontrarre la malattia oltre a costringerla a pregiudizievoli limitazioni alla sua vita di relazione nei più svariati ambiti: scolastico, ricreativo, sportivo e sociale. L’analisi dei dati scientifici che sono stati richiamati nell’ambito di una valutazione complessiva del rapporto rischi – benefici della vaccinazione depone per l’opportunità di dare corso a tale trattamento sanitario per la figlia minore della coppia – si legge nelle motivazioni –. L’opposizione del padre alla vaccinazione anti Covid si fonda su concezioni personali, che fanno riferimento a teorie che si pongono al di fuori della comunità scientifica e in contrasto con i risultati della scienza medica nazionale e internazionale". Non solo: "É bene valorizzare la volontà della minore che, in sede di ascolto, ha confermato la volontà di ricevere il vaccino". I giudici fanno presente come le indicazioni del ministero della salute raccomandino il vaccino anche per le persone, minori compresi, che hanno già contratto l’infezione visto il fenomeno in aumento della reinfezione di persone precedentemente guarite. Il ricorso da parte della madre dell’adolescente era stato depositato lo scorso gennaio e trasmesso per competenza al tribunale in composizione collegiale.

La richiesta da parte del legale della donna era quella appunto che la stessa potesse vaccinare la figlia pur senza il consenso del padre. Nel corso dell’udienza dell’8 marzo il giudice ha sentito la ragazzina e il padre ha chiesto il rigetto del ricorso. Secondo l’uomo, infatti, avendo la ragazzina già contratto il virus, ha una forte carica anticorpale e ha fatto presente di ritenere più prudente non procedere alla vaccinazione, trattandosi di vaccini sperimentali per i quali – sostiene l’uomo – sarebbero stati segnalati numerosi effetti avversi. Nelle motivazioni i giudici premettono che il tribunale di Modena ha già avuto modo di esprimere in merito un orientamento consolidato in ordine alla sussistenza dell’interesse dei minori ad effettuare la vaccinazione anti Covid e che va confermato nella citata sede.