Vasco Errani: "Emergenze, grazie a noi questo Paese ora ha un quadro normativo"

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Nelle parole del senatore Vasco Errani, nel 2012 presidente della regione Emilia-Romagna e primo Commissario alla ricostruzione, il pensiero è subito corso alle "vittime di quelle scosse devastanti".

Cosa ricorda di quei momenti?

"Ricordiamo tutti tanto dolore, tanta angoscia e paura. In questa drammatica situazione la prima cosa grande che emerse fu una straordinaria capacità di reazione da parte della comunità che riuscì a trovare un sentimento comune in grado di organizzare una risposta all’emergenza, dandole credibilità e solidità e progettando subito la ricostruzione".

Ma le difficoltà non sono mancate...

"Le difficoltà sono state grandi. Quando siamo partiti non avevamo a disposizione niente o quasi: mancava una legislazione adeguata, non c’erano risorse, strutture, procedure. Non fu facile ma costruimmo insieme una legislazione che ha gettato i semi per dare finalmente a questo Paese un quadro di riferimento normativo per le emergenze. Ottenemmo dal Fondo delle emergenze europeo la cifra più alta che l’Europa avesse mai riconosciuto. Questo sforzo collettivo ci ha consentito di avviare subito la ricostruzione: non abbiamo fatto promesse irrealizzabili ma abbiamo dato delle risposte".

Chi furono i protagonisti di questa impresa?

"Sono stati i sindaci e i presidenti delle province con il loro straordinario impegno: non mi trovai mai solo nel prendere le decisioni o nell’individuare soluzioni".

Decisioni non facili, anche discusse...

"Ci era chiaro come la criminalità organizzata avrebbe potuto infiltrarsi nella ricostruzione e per questo introducemmo le white list. Ci furono polemiche ma la scelta fu giusta, sacrosanta ed efficace".

Quali furono le priorità nella ricostruzione?

"Al primo posto mettemmo la scuola, perché le lezioni non dovevano interrompersi e il nuovo anno scolastico avrebbe dovuto ricominciare senza nessun ritardo. Al momento del terremoto le scuole inagibili erano 570. Riuscimmo a riaprire tutto in tempo record. La seconda grande priorità fu il lavoro. Si sentì concretamente il coraggio e la determinazione degli imprenditori e dei lavoratori".

Possiamo parlare di modello Emilia?

"Non ci sono modelli riguardo la ricostruzione , il concetto di modello è un concetto statico. Tutto si muove invece. Certo, siamo partiti che non c’era quasi nulla di impostato. Abbiamo costruito una strada che è certamente stata utile e sarà utile per il Paese. Ma quando arriva un terremoto arriva in un territorio che ha la sua cultura, la sua popolazione, le sue caratteristiche economiche sociali. Non esiste un modello, non esiste uno schemino da applicare. Occorre avere la flessibilità e la capacità di interpretare quel territorio".

Alberto Greco