Le coloratissime borse porta scarponi usate a scuola al posto dello zaino, le famose svendite con code chilometriche anche sotto la neve, lo sci di fondo al parco Amendola "quando ancora a Modena nevicava e la città restava bianca per settimane": questi e tanti altri ricordi, condivisi da migliaia di modenesi e non, si nascondono nell’iconica insegna rosa di Vescogni Sport. Un marchio, un mondo: quello del tennis di Panatta, dello sci di Alberto Tomba, degli anni d’oro di una Modena d’altri tempi. A fine 2023 lo storico negozio di via Bellini 162 spegnerà le luci dopo oltre 50 anni di attività: "Ho iniziato a lavorare qui che avevo appena 16 anni – racconta William Levrini che, insieme alla sorella Liliana, ha rilevato l’attività a Ivano Vescogni dopo avergli lavorato fianco a fianco già dalla fine degli anni ‘60 –, ho portato tra queste mura la mia passione per lo sport e per le persone". Quella di Vescogni Sport è una storia figlia di tempi diversi, "tempi in cui potevi riuscire a costruire qualcosa di grande anche partendo da niente", che ha visto il negozio di via Bellini allargarsi e, negli anni, aprire "sulla rampa" in via Emilia Est e al centro commerciale La Rotonda. Dal tennis allo sci passando per il windsurf, la scherma e il basket, sport culto degli anni 2000: "In quegli anni la Nike creò un campo da basket proprio dietro il nostro negozio di via Emilia Est che era diventato un punto di ritrovo per i ragazzini". Poi nel 2012 il ritorno a ‘casa’, in via Bellini, e quest’anno la chiusura definitiva. Fisiologica, dopo tanti anni, ma dolorosa: perché ad abbassare definitivamente la serranda è un negozio di quartiere ‘vecchio stampo’, dove il cliente trova sempre un consiglio, competenza tecnica, socialità. "Organizzavamo allenamenti di sci di fondo al parco Amendola, escursioni in bus con partenza all’alba per andare in giornata a sciare in Trentino. Abbiamo fornito per tanti anni le scuole che vincevano la corrida di San Geminiano, la Corrimodena, sponsorizzato attività di golf e pallavolo giovanile". Una vita di ricordi - "come quella volta in cui il campione olimpico di discesa Pirmin Zurbriggen si fermò a firmare autografi in negozio e la strada era bloccata fino quasi al centro storico"-, di aneddoti ineguagliabili - "una coppia si è conosciuta e innamorata mentre aspettava in fila durante una nostra svendita. Dopo anni sono venuti a raccontarcelo" - e di brillanti intuizioni, come quella delle svendite: "Siamo stati tra i primi a coglierne il valore, cercando articoli di qualità a prezzi speciali per poterli rivendere a prezzi speciali. Le nostre svendite duravano settimane, si entrava in tre o quattro alla volta e la gente stava fuori ad aspettare il proprio turno anche sotto la neve". I fratelli Levrini, ma per tutti ‘Vescogni’, sono il racconto di un modo di fare commercio etico e sostenibile: "In questi anni siamo andati troppo in fretta, la grande distribuzione quasi non lascia respiro alle piccole attività. Adesso però è ora di fermarsi e tornare indietro. Così anche i negozi di quartiere torneranno e, con essi, torneremo tutti a essere più sociali".
CronacaVescogni, 50 anni di storia: "Un negozio dove si respira la passione per lo sport"