«Vestito da vigile, aveva due taniche»

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GLI eroi sono loro: Gino e Antonella Licata e il fidanzato Matteo. Se Gino e Matteo non avessero allertato all’istante i carabinieri e i vigili del fuoco forse le vittime sarebbero state tante di più. «Matteo – racconta la fidanzata Antonella – mi stava riaccompagnando a casa dopo una serata trascorsa insieme. Giunti con l’auto davanti al portone del Comando di Municipale, in via Roma, prima di svoltare nel cortile interno abbiamo visto un giovane che indossava il berretto in dotazione agli agenti, e mi sembra anche la divisa. In mano teneva due taniche. Era sugli scalini, il portone era aperto. Sembrava il padrone del Comando». L’auto con a bordo i due giovani prosegue il tragitto verso il cortile, pochi metri dopo. Lì Antonella saluta il fidanzato, s’incammina verso l’abitazione, ma intravede del fumo uscire dalle due porte del Comando poste sul retro. Turbata, sale nel suo appartamento dove il fratello la sta aspettando ancora sveglio. Daiana, invece, la terza sorella Licata è al lavoro. «Intorno alle 2.20 circa – racconta Gino – ho cominciato a sentire forti rumori provenire da sotto, come se qualcuno stesse tirando calci contro qualcosa. Quando Antonella è salita in casa, raccontandomi del fumo all’interno del Comando e di quel giovane ‘strano’ mi sono affacciato alla finestra e ho visto fumo e fiamme, rumori di vetri in frantumi e poco dopo la gente che urlava. Ho subito allertato i carabinieri». Matteo, nel frattempo, insospettito dalla presenza del giovane e alla vista di una auto della Municipale con il vetro infranto, era rimasto nei pressi e alle vista delle fiamme, di lì a poco, allerta i vigili del fuoco e grida al cellulare alla fidanzata e la fratello di scendere e di svegliare tutti. Era impossibile, tuttavia, come racconta Francis Darrah, infermiere all’ospedale di Mirandola, «scendere le scale. Un denso fumo nero impediva di vedere qualsiasi cosa, ma soprattutto toglieva il respiro». Solo l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco del Comando di San Felice, allertati dai tre giovani, ha impedito un bilancio tanto più tragico. Anche Antonella è stata portata all’ospedale e poi dimessa con una lieve intossicazione.

Tra gli intossicati all’ospedale di Mirandola, ieri c’erano anche i familiari di Youssef Farhi, 30 anni, che racconta dalla sala d’attesa del pronto soccorso: «In casa c’erano mio fratello con la moglie e i quattro figli di 2, 7, 10 e 12 anni, oltre ai miei genitori. Mia madre era sveglia perché siamo in Ramadan e non possiamo mangiare dopo le tre di notte. Ha sentito dei rumori strani e ha quindi svegliato tutti. Mio fratello Alì non riusciva ad aprire la porta dell’appartamento perché dal pianerottolo arrivava troppo fumo, era impossibile uscire di casa dall’ingresso principale. Così – aggiunge il ragazzo in attesa di far vista ai familiari ricoverati – si sono riversati tutti in una stanza, quella più lontana dall’incendio e hanno aspettato i soccorsi. I vigili del fuoco li hanno salvati con l’autoscala facendoli passare dalla finestra. Loro abitano proprio di fronte alla casa della anziana che è morta. Mio fratello voleva svegliare i vicini, ma proprio non ce l’ha fatta perché lui stesso non riusciva a uscire di casa. Tutti urlavano. Per fortuna stanno bene. Mio nipote 12enne è all’ospedale di Carpi perché ha respirato più fumo degli altri poiché domriva in una stanza da cui è entrato fumo. Ma sta bene».

Le immagini e i filmati dei soccorsi parlano di gente che si sbracciava dalla finestra per essere salvata. Dei resideni di nove appartamenti, in 20 sono finiti all’ospedale di Mirandola, due delle quali poi trasferite in elicottero alle camere iperbariche di Fidenza e Ravenna. . «Alcune persone, non avendo più a disposizione la propria abitazione, dopo essere state dimesse dal pronto socdorso sono state accolte presso la Direzione sanitaria dell’ospedale, fino alla metà di ieri pomeriggio. – spiega una nota dell’Ausl – A loro è stato offerto un primo ristoro e uno spazio dove poter restare in attesa di trovare una soluzione alternativa in collaborazione con i servizi socio-assistenziali del Comune di Mirandola. L’Azienda USL di Modena si stringe al cordoglio dei famigliari e di tutta la comunità mirandolese per le vittime dell’incendio».

(Ha collaborato

Valentina Beltrame)