Vince alla slot e picchia un cliente

Arrestato un 46enne: pensava di essere stato derubato della somma erogata dalla macchinetta

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Un grande equivoco che però lo ha fatto finire in manette. Ci sarebbe una convinzione errata, infatti, alla base di una rapina avvenuta lunedì sera in un bar di San Damaso e che ha portato all’arresto, da parte degli agenti della volante, di un tunisino di 46 anni. Infatti l’uomo, regolare sul territorio, incensurato e a capo di un’azienda edile ha incolpato un altro cliente del locale di averlo derubato e – certo di essere nel ‘giusto’ – lo ha pure preso a pugni. E’ sera e lo straniero entra nel bar gestito da cinesi a san Damaso, appunto, sulla via Vignolese. Una volta entrato inizia a giocare alle slot e vince cento euro. Le monetine iniziano ad uscire dalla macchinetta ma l’uomo decide di riporle nella slot per poi scambiarle con banconote.

In quel momento, però, il tunisino riceve una telefonata e si allontana per qualche istante dalla postazione ma, al suo ritorno, non trova più il denaro. L’unica persona presente nel bar in quel momento è un altro giocatore: un italiano che viene quindi accusato dal 46enne di averlo derubato mentre era impegnato al telefono. Il cliente afferma di non c’entrare nulla e di non aver preso il denaro ma, adirato, il tunisino afferra il borsello del malcapitato affermando: "Te lo restituisco quando mi dai i miei soldi". Ne nasce una violenta lite e l’arrestato prende a pugni in faccia e allo stomaco il malcapitato. Sul posto arrivano le pattuglie delle volanti che sedano gli animi. Gli agenti raccolgono le testimonianze e il 46enne tunisino, invitato dagli agenti a riconsegnare quanto sottratto, restituisce il borsello privo, però, di un tablet e degli occhiali da vista di proprietà della vittima. Gli operatori, dopo una serie di accertamenti, verificano come la somma di denaro che lo straniero riteneva essergli stata sottratta, di fatto non fosse mai stata erogata dallo scambia soldi. In sostanza: non aveva premuto il pulsante del ‘cambio’ e per questo le banconote non erano state erogate. Gli occhiali della vittima sono stati rinvenuti nella tasca della 46enne, mentre il tablet era stato nascosto dallo straniero nel vano dei contatori del gas di una abitazione nei pressi del locale. Il giucide, ieri, nel corso del processo per direttissima non ha applicato alcuna misura coercitiva nei confronti del ’rapinatore’, come richiesto dal pm ma lo ha rimesso in libertà in vista del processo. L’udienza è prevista per l’8 ottobre. Rendendosi conto di aver commesso un errore, lo straniero dopo l’aggressione si è rivolto alla vittima porgendo le proprie scuse ma ciò non è comunque servito, lunedì sera, ad evitargli le manette.

Valentina Reggiani