Vino senza alcol, un inganno legalizzato

Migration

Daniele

Mariani*

La proposta è ancora in fase di studio a Bruxelles e le certezze arriveranno almeno tra un mese: l’ipotesi di una nuova regolamentazione del vino dealcolato, cioè con una quantità di alcol azzerata o molto bassa, consentirebbe ai produttori di applicare le famose etichette di origine, come Igp e Doc, al vino senza alcol. Per Fiesa Confesercenti Modena questa proposta è un cavallo di Troia che mina alla radice le nostre produzioni di eccellenza: anche se nulla è stato ancora deciso, il fatto che si sia avviata una discussione a livello comunitario per un possibile accordo che apra alla pratica di eliminazione dell’alcol nei vini da tavola è un fatto preoccupante: la questione è assolutamente da respingere e rispedire al mittente. Si parla di opportunità commerciali ma a vantaggio di chi? Non certo delle eccellenze italiane, che sono numerose anche nella nostra provincia. Una bevanda a base di succo d’uva dealcolato non ha nulla a che vedere con il vino e non può essere chiamato tale. Va frenato questo dibattito sui regolamenti dal settore vitivinicolo, altrimenti si rischia, come è già avvenuto per altri regolamenti comunitari, che venga penalizzato e snaturato un prodotto dalla tradizione millenaria oltre a provocare confusione e mancanza di trasparenza nei confronti del consumatore. Il vino è un prodotto fortemente identitario e culturale e una componente fondamentale della dieta mediterranea: è un alimento che accompagna spesso i nostri piatti, esaltandone i sapori, e che assunto in quantità moderata è utile per la salute. Come associazione ci opporremo con forza a questa ipotesi che punta a snaturare un prodotto che vanta secoli di storia e di pratiche enologiche e che favorisce esclusivamente gli interessi di gruppi economici e multinazionali slegate dai nostri territori. Fiesa Confesercenti esprime preoccupazione anche alla luce delle scelte già operate a Bruxelles in passato: non vorremmo che quest’ultima ’trovata’ dell’UE andasse ad aggiungersi ad altre già operative ma altrettanto assurde: basti pensare al via libera al vino senza uva – dalla fermentazione di lamponi e ribes – oltre alla possibilità nei paesi del Nord Europa di aggiungere zucchero per aumentarne la gradazione".

*Presidente provinciale

Fiesa Confesercenti