Violenza sulle donne, 329 denunce "Casi anche durante il lockdown"

Il maresciallo Montalbano: "Abbiamo redatto un prontuario per affrontare un fenomeno sempre attuale"

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Picchiate, umiliate, stuprate. Private della propria dignità e sottoposte a violenze quotidiane. Sono ancora tantissime le donne vittime di violenza domestica e non solo: un dato in aumento, purtroppo a livello provinciale e nazionale come emerso nell’ambito della giornata internazionale contro la violenza alle donne, lo scorso 25 novembre. Le forze dell’ordine sono in campo con nuovi strumenti proprio per cercare di arginare il terribile fenomeno. Pensare che in soli due anni, dal 2018 al 2020 i militari hanno effettuato 1.751 interventi mentre le denunce presentate dalle donne, nell’anno corrente sono state 344. Le persone denunciate sono state poi 329; trenta quelle arrestate sempre dagli uomini dell’Arma. I recenti episodi di cronaca hanno confermato quanto il fenomeno sia ancora diffuso. Il maresciallo Alfonso Montalbano (foto), appartenente alla rete nazionale di monitoraggio della violenza sulle donne per la provincia spiega come i casi più particolari e complessi vengano trattati dall’ufficio in cui presta servizio e come il 25 novembre sia stato diffuso un prontuario nell’Arma che riguarda le buone prassi da seguire nei casi di violenze di genere. Una sorta di vademecum operativo. "A livello centrale è presente la sezione atti persecutori, collocata nell’ambito del reparto analisi criminologiche del raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche – spiega Montalbano –. Si tratta soprattutto di carabinieri donne con particolari competenze che hanno il compito di fare studi, analizzare flussi di carattere nazionale e aggiornare le strategie di contrasto per poi fornire un qualificato intervento di supporto anche ai reparti minori. L’ufficio si occupa della formazione anche a livello provinciale, creando referenti diretti tra i quali figuro anche io – spiega ancora Montalbano –. Il comandante di stazione e gli altri ufficiali di polizia giudiziaria hanno comunque tutti una formazione specifica per trattare il fenomeno in tutte le 42 stazioni situate sul territorio". Per quanto riguarda il fenomeno durante il lockdown, il maresciallo spiega come si sia registrato "un abbassamento delle denunce ma con un innalzamento del numero di reati: le donne non hanno denunciato ma nel mese di giugno hanno formalizzato le querele anche per fatti pregressi. Personalmente – sottolinea – seguo i casi più complessi; come l’escussione di un minore anche con disabilità".

v.r.