Violenza sulle donne, nuove denunce dopo la strage di Sassuolo

In questi giorni tante hanno rotto il muro del silenzio: adottate misure di allontanamento. Le associazioni: "Non siete sole"

Fiaccolata a Sassuolo dopo il massacro (FotoFiocchi)

Fiaccolata a Sassuolo dopo il massacro (FotoFiocchi)

Modena, 23 novembre 2021 - Elisa Mulas aveva il timore di denunciare: secondo le amiche aveva paura che potessero portarle via i suoi bambini se avesse ‘confessato’ di subire violenza tra le mura domestiche. Nei giorni antecedenti l’atroce massacro, però, aveva iniziato a confidarsi con le amiche più intime, parlando anche delle minacce di morte ricevute da Nabil Dahari che, soprattutto dopo la nascita del secondo bambino, era divenuto sempre più aggressivo. La situazione era peggiorata quando la vittima, stanca di subire, era tornata a vivere con la madre. A qualcuno, i suoi timori, li aveva confessati spiegando che: ‘Ovunque vada, lui mi verrà a cercare’.

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Fiaccolata a Sassuolo dopo il massacro (FotoFiocchi)
Fiaccolata a Sassuolo dopo il massacro (FotoFiocchi)

C’è proprio la paura legata a ritorsioni peggiori, violenze ancora più frequenti o appunto all’allontanamento dei figli dietro al silenzio di tante donne vittime di violenza. Per tante vittime, come Elisa, vi è anche il fattore economico: la 43enne a settembre aveva spiegato ad un’amica che, essendo senza lavoro, non sarebbe riuscita a mantenere i tre figli senza restare accanto a quello che si è poi trasformato nel suo assassino. L’agghiacciante sterminio di via Manin, a Sassuolo, avrebbe però portato alcune donne proprio in questi giorni a rompere il silenzio della paura e a rivolgersi alle forze dell’ordine, denunciando sevizie, minacce, aggressioni fisiche e verbali tanto che nei confronti di alcuni responsabili sarebbero stati celermente adottati provvedimenti, come misure di allontanamento.

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Rosanna Bartolini, presidentessa della Casa delle Donne contro la violenza ha spiegato come, secondo i dati raccolti in questi anni, nel mese contro la violenza, novembre, si registri sempre un numero superiore di accessi ai centri antiviolenza. "Come abbiamo sottolineato – spiega – dopo la pandemia c’è stato un aumento considerevole anche rispetto al 2019, uno degli anni col maggior numero di accessi. Il trend – conferma – è sicuramente in aumento. Non credo che un femminicidio possa determinare l’aumento di denunce, ma sicuramente una campagna di sensibilizzazione sì. Inoltre a seguito dell’entrata in vigore del condice rosso – ovvero una legge che ha portato le donne a sperare in percorsi più ‘facili’ – abbiamo notato un aumento degli accessi ma chi subisce violenza cerca di capire le conseguenze di una denuncia: ecco perché i primi accessi avvengono nei centri. Quello che sta accadendo è l’emersione di un fenomeno nascosto e che sta emergendo in questi anni ma non siamo ancora arrivati al picco, nonostante ogni anno il numero di donne che si rivolge ai centri aumenti sempre di più". Giovanna Zanolini, presidente dell’associazione Donne e Giustizia e della Casa delle donne di Modena, associazione che gestisce Villa Ombrosa, sottolinea come quanto accaduto in questi giorni dimostri che occorre investire risorse per garantire una tutela adeguata alle vittime: "Possiamo legiferare per cent’anni ma non serve a nulla: il codice rosso, affinchè funzioni, va modificato anche con pochi accorgimenti perché la norma ha previsto la creazione di corsie preferenziali che spesso non ci sono".  

Insieme, Centro Antiviolenza VivereDonna Aps, Udi di Carpi, Non Una Di Meno Carpi sottolineano poi che "a livello nazionale si contano 103 femminicidi a partire dall’inizio dell’anno, cifra a cui bisogna sommare il numero sommerso di vittime di violenza che non riuscendo ad avere giustizia rimangono nel silenzio più assordante. Queste cifre ci mostrano che la violenza di genere è un fatto ordinario e quotidiano alimentato dalla cultura patriarcale, familistica e misogina su cui si fonda la nostra società". Per dire No alla violenza contro le donne il Soroptimist International Club Modena, sostiene la campagna ’Orange The World’ promossa da UNWoman. Dal 25 novembre al 10 dicembre verranno illuminati di arancione alcuni luoghi e palazzi simbolo della città di Modena: le fontanelle di Piazza Roma, l’ex Albergo diurno di Piazza Mazzini, il tribunale di Modena, la caserma del Comando provinciale dei Carabinieri e la caserma dei Carabinieri di Sassuolo.