«Virus, noi ristoratori cinesi in ginocchio»

A Carpi Lapam e giunta pranzano al ‘Bambù’. Il titolare: «La psicosi è peggio del terremoto: costretto a lasciare a casa sei dipendenti»

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di Maria Silvia Cabri

«Il coronavirus si combatte con la ricerca, l’ignoranza con l’amicizia». Questo il commento a caldo del sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, dopo essere stato a pranzo ieri, insieme alla sua Giunta, nel ristorante Bambu Grill Sushi & Wok di via delle Magliaie. L’iniziativa, dal forte valore simbolico, è stata lanciata da Lapam Carpi e subito accolta da sindaco e assessori. Anche nella città dei Pio si è diffusa la psicosi da coronavirus. A farne le spese sono soprattutto le imprese cinesi locali, attive soprattutto nella ristorazione, e che stanno registrando una perdita di clienti che oscilla tra il 70-80%. Lo conferma Feng, direttore del ristorante Bambu Grill Sushi & Wok: «Abbiamo aperto nel 2011 – racconta Feng, 34 anni, in Italia da quando aveva 4 anni e da 14 anni residente a Carpi –. Abbiamo affrontato e superato il terremoto e i controlli a tappeto dei Nas e dell’Ausl, da cui siamo usciti perfetti. E ora, per la psicosi che si sta diffondendo, stiamo subendo un calo del 70% della clientela».

Sono i numeri che parlano: dalla comparsa del virus, accompagnato dalle fake news e strumentalizzazioni, il giro di clienti del suo locale e quelli dei suoi colleghi è calato del 70%. Il ristorante è passato dalle 350 persone nel week end alle attuali 100 e dalle 180 infrasettimanali alle 70 di questi giorni. Dei 20 dipendenti ne sono rimasti 14: «Ho dovuto lasciare a casa per ora 6 persone, 4 camerieri e 2 cuochi», chiosa Feng. «Quelli che continuano a venire sono i nostri clienti storici, che anzi ci ‘rincuorano’ dicendoci che presto passerà tutto e che questa ignoranza in materia verrà colmata. Quello che vogliamo dire è ‘fidatevi di noi’. Acquistiamo i prodotti da fornitori italiani, che a sua volta stanno subendo le conseguenze di questa psicosi e della mala informazione, e noi tutti siamo i primi a non volere contatti con il virus: prima che ristoratori siamo persone e padri di famiglia».

«Siamo vicini alle imprese associate, naturalmente anche a quelle che vivono momenti difficili. Questo pranzo al ristorante Bambu Grill Sushi & Wok vuole essere un piccolo gesto per far capire a tutti che si può serenamente continuare ad andare nei ristoranti e nei bar gestiti da cinesi e che l’allarme per il virus non è legato alle persone che vivono e lavorano qui da noi». Riccardo Cavicchioli, presidente Lapam Carpi, spiega così l’invito a pranzo che l’associazione ha fatto al sindaco e alla Giunta: un momento conviviale che Lapam Confartigianato ha voluto per «andare oltre gli stereotipi e l’allarmismo». «Andare a pranzo dal nostro associato e amico Fang è stato sicuramente un piccolo gesto – chiosa Cavicchioli, presente insieme al segretario Stefano Cestari e ad altri imprenditori Lapam – che però vuole significare la nostra vicinanza a lui e idealmente agli altri imprenditori e cittadini di etnia cinese».