FRANCESCO LOLLI
Cronaca

Vita in 9 metri quadrati: "Microstanze a 500 euro per studenti e lavoratori. E c’è chi affitta il corridoio"

Il report di Federconsumatori evidenzia un business sempre più reddizio a scapito degli inquilini "Rincari dovuti ai grandi investitori che dispongono di decine di alloggi e ‘dettano’ i prezzi"

Vita in 9 metri quadrati: "Microstanze a 500 euro per studenti e lavoratori. E c’è chi affitta il corridoio"

Il presidente di Federconsumatori Marzio Govoni e la vice Cristina Loschi

Modena, 21 agosto 2024 – Con il titolo ‘9 metri quadrati’ si apre il report presentato e firmato dai vertici di Federconsumatori Modena – il presidente Marzio Govoni e la vice Cristina Loschi – , che traccia una panoramica sulla situazione attuale degli affitti di stanze e posti letto. Di nove metri quadri è appunto la superficie minima richiesta per una camera singola: da una ricognizione sui principali siti, e considerando anche le trattative ’informali’, ne risultano almeno 1000/ 1500 nella nostra città ma le richieste, con l’arrivo di settembre aumenteranno ancora, restando per lo più insoddisfatte a causa di prezzi alle stelle: per una microcamera con bagno e cucina condivisi si oscilla da 390 euro (spese escluse) ai 700 a forfait tutto compreso, con una media tra i 500/600 euro. Per camere più grandi e ’accessoriate’ si arriva addirittura a 900 euro mentre se ci si accontenta di condividere una matrimoniale si scende a 250 euro.

Una situazione che penalizza in particolare studenti fuorisede e lavoratori pendolari. L’aumento della richiesta e l’allineamento ad altre città ha comportato una crescita esponenziale dei prezzi attirando l’attenzione di grandi investitori. Questa tendenza, perfettamente legittima come sottolinea Marzio Govoni, comporta però il rischio di situazioni al limite, dove "vengono ricavati da appartamenti di 90 metri quadri anche tre o quattro posti letto, affittati a canoni che arrivano a 450 euro ciascuno". Senza contare l’incognita ’altri costi’ (spese varie), che in alcuni casi segnalati arriva a toccare i 2000 euro annui per affittuario. Situazione di per sé non semplice e accentuata dalla sempre maggiore proliferazione di gruppi imprenditoriali che, ristrutturando appartamenti in serie, creano veri e propri ‘alberghi diffusi’: stessi arredi, stesso contratto, stesso ’receptionist’ a cui rivolgersi in caso di problemi.

Federconsumatori evidenzia come in provincia siano presenti già due gruppi di investimento che contano rispettivamente 200 e 127 posti letto suddivisi su vari appartamenti più un terzo soggetto imprenditoriale con un portafoglio di 100 camere e che questi riescano a dettare in qualche modo le regole di mercato, una sorta di "accordo di cartello" – seppure nella trasparenza dell’offerta – che induce i piccoli proprietari ad adeguarsi spingendo i costi verso l’alto: "Attraverso ristrutturazioni parziali o superficiali vengono riadattati appartamenti suddivisi in microcamere da 9/11 metri quadri che vengono affittate a costi che prima della pandemia avrebbero consentito di occupare un bilocale arredato". Parlando di agenzie che propongono camere in affitto, Govoni sottolinea alcuni casi in cui tutto ruota attorno al profitto, nello specifico nel quartiere San Faustino, dove nell’ambito di edilizia anni ’70 una porzione di edificio è stata trasformata in una sorta di ’studentato’ con tutte stanze al minimo legale (i 9 metri quadri) e bagno in comune che fruttano al proprietario cifre più che importanti: fino a 8500 euro di affitto mensile, oltre 100mila euro l’anno. Un business che – per quanto legale – deve garantire, ricorda Federconsumatori, sempre condizioni d’alloggio dignitose.

"Ci sono arrivate comunicazioni di stanze in affitto in appartamenti condivisi che alla fine dei conti erano il corridoio che portava alle altre camere da letto con un letto e un comodino o muri separatori in cartongesso così sottili che sembra di dormire con qualcuno a fianco", porta a esempio Govoni. É da rimarcare poi il rischio delle frodi: "E’ pratica comune per molte agenzie e privati ’agganciare’ il cliente con annunci di appartamenti in realtà già affittati o inesistenti, per poi provare a indirizzarli su quanto a disposizione".

Ci sono poi privati facilmente rintracciabili in rete che, commenta Govoni, si limitano a raccogliere gli annunci di terzi per poi rilanciarli come propri e pretendere – immeritatamente – un compenso per aver fatto da tramite. Comportamenti che Federconsumatori incoraggia a denunciare auspicando un intervento da parte delle istituzioni per fare emergere possibili abusi. "Confidiamo – conclude Federconsumatori – che il ruolo dell’amministrazione modenese sarà quello di ricercare tutti gli strumenti per equilibrare il mercato, mettendo al centro gli interessi di studenti, lavoratori e famiglie. Sono indispensabili residenze studentesche pubbliche a costi contenuti, è necessario affrontare il tema degli affitti turistici e vanno favoriti contratti a canone concordato. Dobbiamo essere al fianco dei più deboli: i consumatori di affitto".