Da Modena a Capo Nord in volo su un ultraleggero

La sfida un po’ folle di due piloti pronti a partire a fine mese: "Arriva un momento in cui o certe cose le fai o non le farai mai più"

Roberto Baldini (a destra), 57 anni, e Loris Domenico Ferrari

Roberto Baldini (a destra), 57 anni, e Loris Domenico Ferrari

Fa strano immaginare uno di quegli aeroplanini, che non di rado sorvolando il distretto della piastrella si specchiano nel Secchia, possa arrivare addirittura al vertice dell’Europa del Nord. Fa strano, ma potremmo doverci abituare all’idea, dato che i due sassolesi Roberto Baldini, 57 anni, e Loris Domenico Ferrari , che di primavere ne ha viste 77, l’impresa un po’ folle hanno intenzione di realizzarla per davvero, a fine maggio, il 30 o il 31 a seconda delle condizioni meteo.

Sassuolo-Honningsvag (siamo in Norvegia), per l’esattezza: la sola andata risulta all’incirca di 3.100 chilometri, moltiplicando per due si ottiene la reale portata della bizzarra idea, che Baldini sintetizza con queste parole: "A una certa età bisogna farlo, punto". Tant’è, ma il punto è davvero questo. Perché se una fortunata réclame proponeva un bicchierino contro il logorio della vita moderna, a qualcuno evidentemente non basta. Arriva cioè il momento in cui certe cose o si fanno o non si fanno più e per Baldini e a maggiore ragione per Ferrari (non ce ne voglia, ma l’anagrafe non è un’opinione), il momento è più o meno adesso. I due piloti partiranno dall’aeroclub di Sassuolo con un P 2004 Bravo a motore, di proprietà del 77enne, dovrebbero atterrare nei dintorni di Stoccolma la prima sera dopo la partenza e la seconda raggiungere quel posto pieno di consonanti che abbiamo citato poco fa, dove a quel punto si troverebbero a un tiro di schioppo da Capo Nord.

La varie tappe dovrebbero essere di due ore circa l’una, "perché bisogna pur sempre mangiare qualcosa ogni tanto", chiarisce ancora Baldini, il cui brevetto risale al 2014 e che partendo sempre da Sassuolo in passato è arrivato in più punti d’Europa e d’Italia, ma mai così lontano.

A lui chiediamo quale sia la difficoltà maggiore nell’affrontare un volo di questo tipo su un velivolo del genere: "Beh, indubbiamente superare le Alpi. Perché – spiega il pilota – bisognerà raggiungere i 13-14mila piedi e un motore come il nostro da 100 cavalli perde il 3-4% della potenza ogni 800-1000 piedi. Insomma, a un certo punto saremo quasi fermi, per intenderci, e bisognerà essere bravi a seguire i venti". Bando ai tecnicismi, in altre parole, "è come attraversare l’oceano con onde di seisette metri a bordo di una barchetta di tre metri". Prospettiva di fronte alla quale i parenti dei due non faranno salti di gioia, ipotizziamo: "Ci dicono che siamo dei matti – conferma il 55enne di Sassuolo –, ma non è così. Ovviamente molto dipende dal meteo, se dovesse cioè arrivare un fronte occluso a bassa pressione, saremmo costretti a rinviare il volo a un po’ più avanti. Peraltro non escludiamo che a partecipare sia anche un secondo equipaggio su un altro ultraleggero, ma questo non lo possiamo assicurare. Noi due di sicuro partiremo. È il momento", ribadisce Baldini.