GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Voto, psicodramma Pd. Bonaccini spinge Baruffi. Ma Muzzarelli fa muro e tifa per le primarie

Il presidente della Regione vorrebbe forzare sul candidato unitario. Il sindaco invece ritiene necessario un percorso stabilito dal partito:. se il terzo mandato non c’è meglio i gazebo, sperando in Guerzoni.

Voto, psicodramma Pd. Bonaccini spinge Baruffi. Ma Muzzarelli fa muro e tifa per le primarie

Voto, psicodramma Pd. Bonaccini spinge Baruffi. Ma Muzzarelli fa muro e tifa per le primarie

Da una parte Stefano Bonaccini che sembra voler scommettere tutto sul candidato unico saltando le primarie: Davide Baruffi prima ancora di Andrea Bortolamasi. Dall’altra Gian Carlo Muzzarelli che invece, se proprio il terzo mandato resta precluso, le primarie le sostiene in nome della superiorità del percorso del partito rispetto alle ambizioni dei singoli: e se poi ai gazebo vince Giulio Guerzoni tanto meglio. Schematizzando al massimo, sarebbe questa ad oggi la madre di tutte le fratture all’interno del Partito democratico.

Il super summit di sabato scorso tra i big rivive nei racconti di questi giorni tra gli addetti ai lavori. Il motivo conduttore della serata è stato il sanguigno faccia a faccia, a tratti descritto come feroce, tra Bonaccini e Muzzarelli su come uscire dall’impasse. Il presidente della Regione, forte anche della indicazione della segretaria nazionale Elly Schlein (fredda sulle primarie), starebbe spingendo per arrivare a un candidato unitario, Baruffi in primis. Perché forzare così? Qui le interpretazioni divergono: quella più indulgente rimanda alla necessità di non dilaniare ulteriormente il partito, di evitare di trasmettere un’immagine di debolezza agli alleati e soprattutto alla città. Chi la contrasta invece vi legge maliziosamente il tentativo di spacciare come un suggerimento ‘in positivo’ un atteggiamento che in realtà è ‘impositivo’, con l’obiettivo di piazzare una propria figura di riferimento.

Bortolamasi e Baruffi politicamente non piacciono a Muzzarelli. Soprattutto, al di là dei due nomi (percepiti uno più in discontinuità dell’altro rispetto alla sua conduzione), a non convincere il sindaco sarebbe il metodo, il nome calato dall’alto. E su questo aspetto si registra una saldatura tra lui, i circoli e una parte dei candidati. Ci torneremo a breve. Prima però andrebbe esaminata la strategia di Muzzarelli. Che partita sta giocando?

Anche qui le interpretazioni si dividono. Per alcuni, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, starebbe temporeggiando per capire se davvero tutte le finestre per un terzo mandato si sono chiuse. Ufficializzare adesso il candidato del Pd significherebbe allora bruciarsi i ponti alle spalle. Per altri il discorso è un altro: ‘Ma figuriamoci! Qualora si sbloccasse il terzo mandato, il partito ci metterebbero un minuto a ritirare il candidato per rilanciare Muzzarelli tra gli applausi della città’. Il punto è invece che Muzzarelli e una fetta del Pd spingono perché a risolvere la crisi sia il partito stesso attraverso un percorso di regole da definire lunedì nell’assemblea cittadina. La strada potrebbe essere quella della gara tra gli otto candidati che si misurano attraverso una raccolta di firme, come tra l’altro prevede lo statuto. Chi supera la soglia fissata e rimane in piedi si sfida alle primarie di partito. E poi a quelle di coalizione. C’è una forte pressione dei circoli su questa soluzione dal basso.

Quindi Muzzarelli leninista, il partito prima di tutto, oppure c’è dell’altro? In chi si impegna in politica coesistono passione civile e calcolo personale, è umano. Muzzarelli, è l’interpretazione, si starebbe posizionando come una sorta di ‘padre nobile’ del Pd modenese, che con un gesto della mano indica la retta via. Il ‘garante’ (questa parola viene molto adoperata in città quando si fa riferimento a lui, anche tra gli stakeholders fuori dal Pd) del percorso democratico interno. La componente ‘fede nel partito oltre il destino dei singoli’ dunque in parte c’è. È chiaro però nel contempo che la dote acquisita attraverso il ruolo di ‘guida spirituale’ è anche capitale politico da spendere quando il Pd tra non molto dovrà stabilire altri incarichi. Per esempio, in caso di vittoria, nella squadra alla guida della Regione.