Carpi, 7 agosto 2024 – Degli otto casi accertati dal 25 giugno scorso, quando fu segnalato il primo caso modenese di West Nile virus nel 2024, gli occhi degli esperti del Servizio di Igiene pubblica dell’Ausl sono puntati soprattutto sull’area carpigiana e della Bassa, perché qui si sono concentrati, in specie tra Carpi e Soliera, il maggior numero di casi, ben sei, uno solo dei quali ha avuto purtroppo un epilogo avverso ed ha portato al decesso, l’altro giorno, di un ottantanovenne, mentre tre anziani si trovano ancora ricoverati a Carpi e Baggiovara. "Il virus West Nile – spiega la dottoressa Alessandra Fantuzzi, direttrice del servizio Igiene Pubblica di Modena – viene oggi definito endemico, perché presente in maniera stabile, nella nostra regione e in tutte quelle del bacino padano. L’uomo, come pure i cavalli, viene occasionalmente infettato tramite punture di zanzare, ma non è in grado di trasmettere l’infezione, a differenza di ciò che avviene per altre arbovirosi, come ad esempio la Dengue". Attualmente – fanno sapere dall’Ausl – "il nostro territorio è classificato a Livello di rischio 2 per West Nile (su una scala di 3, che vuole dire possibilità di epidemia medio-bassa, ndr), con conseguente messa in atto di azioni specifiche, quali gli come interventi comunicativi, e l’attivazione dei controlli sulle donazioni di sangue".
Il numero di casi e la rapidità di diffusione ha messo in allarme il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luca Cuoghi che ha annunciato la presentazione di una interrogazione in Regione. "Occorre procedere con la disinfestazione degli esemplari adulti, – è convinzione di Cuoghi – perché i sistemi larvicidi funzionano solo se attuati in modo capillare e completo dall’intera popolazione e ciò sappiamo non essere possibile. Viceversa, la disinfestazione degli esemplari adulti mette in sicurezza, anche se per un tempo limitato, il territorio in cui viene effettuata".
"Un trattamento adulticida generalizzato – chiarisce Fantuzzi – non è consigliabile per la stessa sicurezza della popolazione, poiché può rappresentare un rischio, in quanto i prodotti che vengono utilizzati possono creare allergie nei soggetti asmatici, dare molto fastidio ai bambini, ma anche agli animali domestici come cani e gatti che possono avere problemi. Non ultimi, agli altri insetti come le api. Se noi faccessimo questo trattamento senza un aumento reale dei casi andremo a distruggere il nostro ambiente, l’ecosistema".
Un upgrading dell’emergenza non è però esclusa: "Può essere che nelle prossime settimane, poiché questo monitoraggio arriva fino al 31 ottobre, si possa passare al livello 3, e si estendano le azioni adulticide delle zanzare, ma solo di fronte a un aumento reale di casi".