Zocca, serranda giù al bar Cimone Chiude il simbolo delle crescentine

Foto di Jacopo Secchi

Foto di Jacopo Secchi

Si abbassa un’altra serranda di Zocca, in quel tratto centrale di via Mauro Tesi che durante l’estate, isola pedonale, viene definito ‘Salotto dell’Appennino’. Domenica è l’ultimo giorno di attività dello storico Bar Cimone, conosciutissimo per le ottime crescentine che ogni giorno, tutto l’anno, cucinava condite con la cunza o con salumi locali. Passando davanti alla vetrina del bar era impossibile non vedere le pile di invitanti discoboli ancora fumanti. Le crescentine di Fabio Calzolari detto Sugo sono famose in questo angolo di appennino. "Da tre anni avevamo in animo di chiudere – dice Fabio – ed ora abbiamo preso la decisione. Non è per gli elevati costi energetici di cui si parla in questo periodo, noi riuscivamo a cavarcela. Al momento non si è fatto avanti nessuno per rilevare l’attività. Ne ho parlato con alcuni giovani. Chissà...". Domenica il sindaco Federico Ropa consegnerà ai gestori una benemerenza. "Siamo dispiaciuti come l’intera comunità – commenta Ropa –. É un bar entrato nella storia del paese, che portava avanti l’importante tradizione culinaria di Zocca, la crescentina". E la consigliera comunale Michela Bortolini: "Verrà meno un ritrovo, un luogo amico, un posto informale. Ci sono scelte personali che cambiano il volto di un paese intero; questa è una di quelle". Il movimento Don’t call me Tigella: "Grazie per aver tenuto in piedi per tutti questi anni uno dei posti più sinceri del nostro Appennino. Varcata la soglia del Bar Cimone è stato amore a prima crescenta". È dal 1982 che al Bar Cimone la famiglia Calzolari impasta e cuoce crescentine. Allora iniziò nonna Vittoria Marzari con i suoi figli e dal 1998 ha continuato il nipote Fabio. Tre generazioni, quindi. Ma il Cimone esisteva già negli anni Venti del Novecento, in un fabbricato distante alcune decine di metri, dove ora c’è una banca. Lo riporta lo storico Stefano Santagata nel suo libro ‘Il borgo di Zocca’. "Il Bar Cimone, nell’attuale sede, lo aprì nel 1972 mia sorella Fosca Santagata Franchi – racconta Pierpaolo Santagata –. La gestione passò alla famiglia Livenzi e quindi alla signora Vittoria".

Walter Bellisi