Achille Marozzo: duellare all’arma bianca nel XXI secolo

Una visita alla sede modenese della Sala d’Arme in cui si riportano alla luce le tecniche di combattimento custodite in antichi trattati

Foto di gruppo per i ‘duellanti’

Foto di gruppo per i ‘duellanti’

Modena, 12 febbraio 2016 - «Il torneo di scherma storica a cui assisterete questa sera si svolge secondo la formula del Ludus Magnus: si pesca a sorte un’arma e si affronta un avversario a cui è toccata un’altra disciplina. Combattere con armi differenti aiuta a capire meglio i pro e i contro di un’arma». L’istruttore Giulio Marsigli ci mostra il notevole assortimento a disposizione dei duellanti: nonostante la prevalenza di spade e pugnali di diversa foggia, c’è spazio per scudi, dai grandi e decorati fino al minuscolo brocchiero, per armi in asta come ronche e partigiane e per finire un singolare elemento, la cappa, da capo di vestiario assurta a valido strumento difensivo sin dall’epoca antica. Negli allenamenti e nei tornei non si utilizzano armi in metallo, ma le loro fedeli repliche in nylon, chiamate simulacri, per una maggiore sicurezza; per lo stesso motivo gli atleti si preparano ai duelli della serata indossando un eterogeneo sistema di protezioni, mutuate dalla scherma sportiva, dall’hockey, dal calcio e dalle tenute antisommossa.

La scherma storica è un’arte marziale applicata al combattimento, per cui i colpi ci sono, come ci è dato di vedere e udire assistendo all’evento di questa sera, ma i corpi dei duellanti sono protetti in modo da limitare i danni al massimo ad occasionali lividi. «Si tratta di una disciplina relativamente giovane: per questo solo negli ultimi anni alcune ditte hanno iniziato a produrre armi e protezioni ad hoc» ci spiega Luca Cesari, presidente e co-fondatore dell’Achille Marozzo, la più grande fra le associazioni HEMA (Historical European Martial Arts) d’Europa. Sono più di 40 le sedi sul territorio italiano: la nostra provincia ne ospita due, la sede modenese nata nel 2002 e quella di Carpi (2005). Prima della fondazione dell’Associazione (1997), insieme a un piccolo gruppo di amici e praticanti rievocazioni storiche Luca intraprende un percorso di ricerca sulle tracce di una tecnica di combattimento che doveva essere stata praticata largamente in epoca medievale e rinascimentale, ma di cui si conosceva poco o nulla anche negli ambienti legati alla scherma sportiva. Fra la scoperta di trattati esistenti, ma custoditi in biblioteche inagibili, e i tentativi serali di mettere in pratica ciò che si poteva estrapolare dal testo antico di maggiore reperibilità, l’Opera Nova Chiamata Duello... del bolognese Maestro d’Armi Achille Marozzo (stampata proprio a Modena nel 1536 e da cui l’associazione prende il nome), il racconto di Luca Cesari ha il sapore di una quête, di una affascinante ricerca da romanzo cavalleresco.

Intorno a noi i duelli del torneo di questa sera fra le sedi di Modena e Carpi volgono al termine fra alterne fortune; il torneo annuale fra tutte le associazioni di scherma storica avrà luogo in primavera e la sede per questo 2016 sarà Faenza, ma i tornei minori sono numerosi durante tutto l’anno. A onorare il rapporto che sin dalla prima edizione modenese del Marozzo lega i territori di Modena e Bologna, ogni anno dal 2010 si svolge fra le sedi delle due province il Torneo della Secchia Rapita, in prossimità del 15 novembre, data della battaglia di Zappolino a cui il Tassoni si ispirò per comporre il suo poema eroicomico. E proprio una copia d’epoca del trattato del Marozzo è presente nel percorso espositivo della mostra ‘Alessandro Tassoni. Spirito Bisquadro’, visitabile ai Musei Civici di Modena fino al 13 marzo.