Caro benzina, il Codacons va dai magistrati

L’associazione ha presentato esposti nelle procure dell'Emilia Romagna: "Prezzi che non trovano giustificazioni"

Un’immagine rappresentativa del caro benzina dovuto alla guerra in Ucraina

Un’immagine rappresentativa del caro benzina dovuto alla guerra in Ucraina

Modena, 21 giugno 2022 - È diventato l’incubo degli italiani: dover fare rifornimento pesa sempre di più sulle famiglie tanto che ora il Condacons ha presentato un esposto alle procure chiedendo di indagare sugli abnormi rincari. I benzinai, intanto, fanno presente di essere vittime a loro volta degli aumenti, nonostante spesso i cittadini si ‘sfoghino’ con loro.

"L’aumento delle ultime due settimane è legato all’embargo della Comunità Europea o almeno così ci hanno detto – spiega Mirko Rebucci, benzinaio Ego – ad oggi si prevede un esaurimento progressivo delle scorte ed essendoci meno riserva, aumentano i prezzi: la classica legge del mercato. Sicuramente – commenta – se la guerra si protrae e continuano sanzioni ed embarghi verso la Russia il prezzo continuerà ad aumentare. Non solo: andando incontro all’inverno la richiesta sarà maggiore e il prezzo, quindi, destinato a lievitare. Per noi è un disastro – sottolinea ancora Rebucci – il nostro guadagno è sui litri e non sul prezzo, quindi è un doppio danno perchè il cliente cerca di diminuire il rifornimento e noi ci rimettiamo. Per non parlare dei trasporti: si spende di più per il trasporto su gomma e, di conseguenza, aumenta tutto il resto. Al momento – conclude – hanno prorogato l’abbassamento delle accise fino all’8 luglio e speriamo che non lo tolgano, tanto per loro non è una grande perdita, intesa come Stato’.

Come detto , intanto, Il Codacons, unica associazione italiana a scendere in campo con denunce penali contro il caro-benzina, ha presentato un nuovo esposto alle procure emiliano-romagnole, tra cui quella modenese e all’Antitrust. "Oggi la benzina costa oltre il 28,5% in più rispetto allo scorso anno, mentre il gasolio è rincarato di circa il 37,5% sul 2021 – spiega l’associazione – un andamento dei listini del tutto anomalo, che si registra nonostante il taglio delle accise disposto dal governo e che non sembra essere giustificato dalle quotazioni petrolifere. Negli ultimi mesi, infatti, il petrolio ha raggiunto il suo picco il 9 marzo 2022, quando il Brent ha toccato la soglia dei 131 dollari al barile – analizza il Codacons – in tale data la benzina, e senza il taglio delle accise pari a -30,5 cent scattato solo il 22 marzo, costava in media 2,048 euro al litro in modalità self, 1,966 euro il gasolio. Oggi il petrolio è quotato ben al di sotto dei 120 dollari al barile, mentre la verde costa in media 2,075 euro al litro e il gasolio 2,030 al litro. Questo significa che nonostante le quotazioni del petrolio siano calate la scorsa settimana dell’8,4% rispetto a marzo e malgrado il taglio delle accise, benzina e gasolio costano oggi ingiustificatamente di più".

L’associazione, tramite l’esposto, chiede ad Antitrust e procure di attivarsi per capire chi stia speculando aumentando ingiustificatamente i listini, che salgono nonostante il calo del petrolio, e di aprire indagini sul territorio.