Caro gasolio, carico pesante per i camion: "Stangata da 10mila euro in più"

L’allarme di Abate (Cna): "Penalizzati i piccoli trasportatori, conviene fare il pieno all’estero: -30% in Bulgaria"

Modena, 12 gennaio 2023 – Se non arrivano urgentemente provvedimenti dal governo, il camion è meglio lasciarlo in garage. L’aumento dei prezzi del gasolio alla pompa è solo l’ultima tegola caduta sulla testa degli autotrasportatori che in questo inizio d’anno si trovano a fare i conti con un incremento dei costi per il pedaggio in autostrada e per l’acquisto di un nuovo mezzo. Lo spiega Francesco Abate, presidente Fita Cna Modena, che stima circa 10.300 euro in più l’anno sulle casse delle società di trasporto.

Caro gasolio
Caro gasolio

I distributori di carburante sono diventati un incubo per chi lavora a bordo di un camion?

"La nostra non è una critica ai gestori che lavorano per lo più a quota fissa e quindi non sono in grado di influire sul prezzo del carburante. L’attenzione va rivolta a tutta la filiera, è qui che vanno trovate le responsabilità. I segnali sono sotto gli occhi di tutti da mesi. Oggi il petrolio costa meno di un anno fa, mentre un litro di gasolio alla pompa nel gennaio 2022 costa il 14% in più, 1,89 euro al litro di oggi contro 1,63 di dodici mesi or sono".

I n mezzo ci sono le compagnie petrolifere.

"Il rapporto tra il prezzo del petrolio e il prezzo alla pompa oggi è svanita. Quando il governo ha congelato le accise su tutti i carburanti, le compagnie hanno alzato il prezzo. Dopo lo stop al taglio delle accise tutti le compagnie hanno lasciato il prezzo invariato. Adesso hanno annunciato di mettere in campo la Finanza per i controlli, ma non ci vuole uno scienziato. Quello di oggi è solo il risultato finale, bastava guardare il prezzo prima e dopo l’intervento dell’esecutivo".

Cosa si può fare contro questi colossi?

"Ci vorrebbe un’azione di forza da parte dello Stato, ma non credo che sia fattibile. Le associazioni di categorie potrebbero unirsi per fare cause collettive, ma l’operazione sarebbe molto complicata".

Intanto le imprese di trasporto sono costrette a sborsare di tasca propria.

"Sì ma non penso che sia possibile andare avanti a lungo. Le aziende più strutturate forse possono permettersi un adeguamento delle tariffe per il rincaro dei carburanti, ma la maggior parte dei piccoli trasportatori ha contratti annuali che non possono essere ritoccati senza rischiare di perdere una commessa. Al momento è avvantaggiato chi è in grado di fare rifornimento all’estero".

In che senso?

"Se per esempio un camion fa il pieno in Bulgaria spende circa il 20/30% in meno. Essendo stata abolita la norma del cabotaggio e non essendoci un organo di controllo, quel camion arrivato in Italia riesce a lavorare con quel pieno per una settimana intera, con un margine competitivo rispetto a chi si può rifornire solo in Italia".

Cosa chiedete al governo?

"Abbiamo proposto prima di tutto di definire un carburante professionale, con regole slegate alla dinamica economica mondiale. Come si fa per le imprese agricole. In questo modo potremmo essere più competitivi. Poi occorre stimolare l’introduzione di carburanti nuovi sintetici a impatto zero. Per questo occorrerebbe una volontà politica e investimenti certi".