GIANPAOLO ANNESE
Economia

Addio a un altro negozio storico di Modena, la Ferramenta chiude: “Impossibile trovare ‘eredi’”

Tosatti e la moglie Martinelli avevano aperto per la prima volta nel 1980 in via Puccini. Venduti solo i muri del locale, non l’attività. Confcommercio: “Il territorio si sta impoverendo”

Mauro Tosatti all’interno della sua Ferramenta in via Bonacini. Andrà in pensione dopo 51 anni di attività

Mauro Tosatti all’interno della sua Ferramenta in via Bonacini. Andrà in pensione dopo 51 anni di attività

Modena, 29 maggio 2025 – Un paio di viti a forma di ‘L’ per regolare il tavolo, i ‘rivetti’ per le cinture, due ampolline con tappo in sughero: nel giro di un quarto d’ora si viene a conoscenza di oggetti di cui la maggior parte delle persone ignora l’esistenza. Il cliente non ha neanche bisogno di terminare la frase che Mauro Tosatti sa già – nella foresta bottoncini di feltro, brugole, pinzette nella quale è sommerso, da vera bottega di una volta – dove andare a trovare quello che cercano: “Questa è come una farmacia, le persone instaurano un rapporto diretto, in alcuni casi siamo diventati amici, e chiedono consigli quando hanno un problema da risolvere in casa: una finestra da fissare, una superficie antiscivolo, la lampadina giusta”.

Ieri mattina il negozio era meta di pellegrinaggio dei tanti fedelissimi che hanno appreso della ferale notizia: la Ferramenta T.M di via Bonacini il 20 giugno chiude i battenti. “Qui abbiamo aperto nel 2005, dopo che avevamo il negozio dal 1980 in Puccini e poi in via Verdi, angolo Donizetti, dal 1993”. Scomparirà presto la caratteristica isola di scope, taniche, tappeti che presidiava la rientranza pedonale della strada: “Con mia moglie, Mirca Martinelli, socia al 50 per cento – racconta Mauro – ci trasferiremo nel Bolognese: dopo 51 anni di servizio vado in pensione”.

I muri del negozio sono stati venduti a un privato, ma non si sa ancora cosa ne farà: probabile un altro negozio considerando le dimensioni e le caratteristiche del locale, ma al momento non si sa nulla. Di sicuro non un’altra ferramenta: “Abbiamo provato a vendere l’attività, già da tre-quattro anni, ma nessuno era interessato, bisogna lavorare il sabato mattina per dire...”. E pensare che resta un’attività remunerativa se si considera che mentre racconta la sua storia siamo costretti a interromperci quattro volte in 20 minuti per il via vai di persone: “Quando chiuderai sarà un disastro”, “tutte le cose belle finiscono”, “ho bisogno di questa leva e scappo, ti vengo a salutare con calma prima del 20”, “non ci puoi abbandonare così”.

Non è tanto il prezzo degli articoli, che ovviamente in questi giorni sono ribassati. Il vero valore aggiunto della ’Ferramenta T.M.’ è il servizio: “Il 10 per cento dei clienti sono artigiani, il 90 per cento privati. Di sicuro conta la comodità, soprattutto per i più anziani: basta scendere le scale e si viene a trovare quello che si cerca. Poi spesso la gente non sa bene di cosa ha bisogno per risolvere un problema e qui possono essere indirizzati sullo strumento giusto”.

Via Bonacini perde dunque un altro negozio storico. In 15 anni è cambiato il panorama commerciale di una delle strade principali della zona Musicisti: il parrucchiere cinese al posto della sezione del Partito democratico, la macelleria equina diventata un punto ristoro di cucina greca, la pasticceria mutata in pizzeria, l’agenzia di viaggi in agenzia immobiliare, l’edicola ad angolo con via Bellini rimasta vuota, il salone estetico al posto del calzolaio. Così come rimangono abbassate le saracinesche di quello che fu il panificio Negrini e il fruttivendolo di fianco, che forse più risentono dei vicini market e centri commerciali. Resiste la libreria e si fanno largo punti ristoro con somministrazione diretta di cibi e bevande. “Questa strada era vivacizzata dai piccoli negozi di vicinato – racconta Tosatti – forse è stato anche per quello che la zona era rimasta tutto sommato sicura. Il controllo sociale è sempre stato molto alto. Adesso le attività si riducono, speriamo resti uguale”.

In generale, la parabola discendente del piccolo commercio fuori dal centro storico è certificato da numeri di Confcommercio. “Dal 2012 al 2024 siamo passati da 832 attività a 704, con un decremento di oltre il 15% spiega il segretario generale dell’associazione Alberto Crepaldi –. Al di là dei freddi numeri, ciò che deve preoccupare è soprattutto l’impoverimento qualitativo del commercio nei nostri quartieri, visto che, come dimostra il caso della storica ferramenta in via Bonacini, hanno abbassato la serranda attività cruciali, erogatrici di servizi essenziali per la cittadinanza: alimentari, forni, ferramenta, calzolai, sanitari, abbigliamento. Purtroppo, nella gran parte dei casi – la zona Musicisti è in tal senso emblematica – la desertificazione ha portato con sé una dequalificazione urbana, un peggioramento della sicurezza, situazioni di degrado, frequentazioni da parte di balordi”.

Confcommercio confida “comunque nella possibilità di invertire la rotta anche facendo leva sugli strumenti offerti dalla legge regionale sugli hub, che mette a disposizione degli enti locali risorse economiche per rivitalizzare con attività commerciali e botteghe artigiane le nostre città”.

In tal senso “chiederemo all’assessore Paolo Zanca, dimostratosi molto sensibile sul tema della valorizzazione commerciale delle nostre periferie, di ripresentare in Regione il progetto per la creazione di un hub per la zona Musicisti. Un’area che segna il passo, ma che, per le sua storia e per le caratteristiche eterogenee della popolazione che vi abita, ha ancora tante carte da giocare per essere attrattiva per commercio e botteghe artigiane”.