Kerakoll, Gian Luca Sghedoni lascia la carica di ad. Ecco perché

Lite in famiglia, il padre (e fondatore del colosso) Romano lavora per la ricomposizione della crisi di leadership

Gian Luca Sghedoni, 52 anni

Gian Luca Sghedoni, 52 anni

Sassuolo (Modena), 22 febbraio 2019 - Una dinasty storica dell’industria modenese che si rompe, un avvicendamento ai vertici della Kerakoll, multinazionale con sede a Sassuolo che produce malte e collanti per l’edilizia (480 milioni di fatturato nel 2018), che nasce da dissidi familiari. Gian Luca Sghedoni, 52 anni, ha lasciato l’incarico di amministratore delegato. Al suo posto è stato nominato un top manager del gruppo, Andrea Remotti, che in questo periodo si trova al timone nell’attesa che la crisi rientri.

Sì, perché tutti gli sforzi della famiglia Sghedoni ora saranno diretti a un tenatativo di ripristinare l’assetto dirigenziale precedente, una direzione aziendale di tipo strettamente familiare: il presidente fondatore è Romano Sghedoni, di recente entrato anche nel Modena Calcio. E’ stato lui a dividere la proprietà del gruppo tra i tre figli: Gian Luca, a cui ha affidato la leadership, il figlio primogenito Fabio (54 anni) responsabile dell’area finance, ed Emilia, (46 anni) attualmente ai vertici del settore marketing.

Un assetto chiaro soprattutto in un aspetto: con l’investitura ad amministratore delegato, il figlio Gian Luca è stato designato al vertice dell’azienda. Capita in tutte le famiglie industriali: il capostipite sceglie uno dei figli consegnandogli trono e scettro. Può capitare che i fratelli, con il passare degli anni, reclamino più spazi o più meriti. Ed è qui che si gioca il delicato equilibrio di un’azienda guidata da una famiglia. In pratica, un amministratore delegato qualunque che entra in contrasto con la proprietà, si cambia senza colpo ferire. Ma un azionista che è anche figlio del fondatore, non è un manager qualunque.

Nei prossimi giorni quindi, il tentativo sarà quello di ricomporre la frattura. La linea che si cercherà di imporre, immaginiamo da parte del presidente Romano Sghedoni, potrebbe essere questa: giusto che ci sia un amministratore delegato che, tra parentesi, ha già dimostrato in passato di avere qualità per ricoprire il ruolo. Altrettanto giusto che il leader si ricordi di lasciare spazio ai suoi stretti collaboratori, cercando di coinvolgerli in un progetto in cui ognuno svolge con onore la propria parte, in un clima di collaborazione ed equilibrio. E’ l’ennesima sfida da vincere. Questa volta non sul mercato, ma tra le mura di casa.