Perché i benzinai scioperano

Faib Confesercenti spiega le ragioni dello sciopero che parte oggi alle 19 e si concluderà giovedì sera: "Non siamo noi a speculare, no al cartello con il prezzo medio"

Modena, 24 gennaio 2023 – “Non siamo noi a speculare. E adesso scioperiamo". I benzinai incrociano le braccia a partire da oggi alle 19 (le 22 in autostrada), confermando le forti tensioni intorno al caro carburante.

Franco Giberti, presidente Faib Confesercenti
Franco Giberti, presidente Faib Confesercenti

"Dopo l’ultimo deludente incontro con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Adolfo Urso – ha spiegato Faib Confesercenti – abbiamo deciso di continuare su questa strada, per dire no all’introduzione del cartello del prezzo medio, come ulteriore adempimento introdotto a seguito delle polemiche seguite alla reintroduzione delle accise. Questo adempimento, aggiuntivo ai tanti altri – spiega l’associazione – continua a pesare come un macigno sulla categoria chiamata a pagare per tutti la presunta lotta alla speculazione. Come se la speculazione la facessero i gestori, vincolati irrevocabilmente e contrattualmente ad un prezzo imposto dai fornitori, e dunque senza alcuna possibilità di manovrarlo o ritoccarlo. E’ un accusa ingiusta che rischia anche di creare confusione e problemi sulle aree di servizio con i consumatori".

“Esporremo un nostro cartello ’alternativo’ a quello del prezzo medio – spiega Giberti – Un’iniziativa con cui ci rivolgiamo soprattutto ai consumatori, i quali devono sapere che non siamo noi gli speculatori. Su 20 euro di benzina erogata, ai benzinai vanno 38 centesimi lordi, pari al 2% del prezzo totale, circa 3,5 centesimi al litro. Non sono i benzinai a stabilire il prezzo e gli aumenti dei carburanti, ma le compagnie petrolifere. Inoltre, il margine dei benzinai non aumenta all’aumentare del prezzo di benzina e gasolio, ma rimane fisso: dunque, ai benzinai non convengono i rincari, perché rischiano di vendere di meno, come sta già avvenendo: dalla fine del taglio delle accise le nostre vendite sono calate di almeno il 5%. Ma il governo, lo stesso che ha eliminato il taglio delle accise, non riesce a pensare ad altro che all’ennesimo cartello con il prezzo medio da esporre sulle stazioni di servizio: come se la soluzione del problema fosse quella di appesantire i gestori di un’ulteriore incombenza o di inasprire le sanzioni nei loro confronti".

Continua il rappresentante dei benzinai: "Ogni benzinaio ha due obblighi relativamente ai prezzi. A ogni variazione deve comunicare il nuovo prezzo all’Osservatorio dei prezzi del ministero Imprese e del made in Italy e deve indicarlo sui cartelli posti sull’impianto. Se la comunicazione viene omessa o ritardata, in caso di controllo scatta la sanzione; ugualmente è sanzionabile l’assenza del cartello di indicazione della differenza di prezzo fra ’servito’ e ’fai da te’".

“Le associazioni dei gestori – continua la Faib – avevano già evidenziato al ministro la loro disponibilità a garantire ancora più trasparenza sulla rete di distribuzione carburanti che già oggi è gravata da adempimenti fiscali e amministrativi (dalla comunicazione prezzi alla trasmissione telematica dei corrispettivi, dalla bollatura degli erogatori all’esposizione dei prezzi sulle carreggiate fino all’esposizione dei differenziali, alla fattura elettronica, capaci di tracciare e garantire il prodotto a tutti i livelli), con l’esposizione di un Qrcode o un app o dispositivi elettronici a distanza, senza gravare le gestioni di ulteriori adempimenti e sanzioni".

Dunque, "nessuna contrarietà alla trasparenza, a patto che questa non si trasformi in nuovi appesantimenti gestionali a carico dei benzinai e conseguenti nuove sanzioni. Il governo, che con la soluzione proposta dalle associazioni avrebbe potuto garantire i propri obiettivi di assicurare ulteriori elementi di conoscenza utili al consumatore, non ha inteso recepire le osservazioni delle associazioni dei gestori atte a modificare le modalità di informazioni, rilanciando la croce addosso ai benzinai".