Modena, 24 gennaio 2023 – “Non siamo noi a speculare. E adesso scioperiamo". I benzinai incrociano le braccia a partire da oggi alle 19 (le 22 in autostrada), confermando le forti tensioni intorno al caro carburante.
"Dopo l’ultimo deludente incontro con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Adolfo Urso – ha spiegato Faib Confesercenti – abbiamo deciso di continuare su questa strada, per dire no all’introduzione del cartello del prezzo medio, come ulteriore adempimento introdotto a seguito delle polemiche seguite alla reintroduzione delle accise. Questo adempimento, aggiuntivo ai tanti altri – spiega l’associazione – continua a pesare come un macigno sulla categoria chiamata a pagare per tutti la presunta lotta alla speculazione. Come se la speculazione la facessero i gestori, vincolati irrevocabilmente e contrattualmente ad un prezzo imposto dai fornitori, e dunque senza alcuna possibilità di manovrarlo o ritoccarlo. E’ un accusa ingiusta che rischia anche di creare confusione e problemi sulle aree di servizio con i consumatori".
“Esporremo un nostro cartello ’alternativo’ a quello del prezzo medio – spiega Giberti – Un’iniziativa con cui ci rivolgiamo soprattutto ai consumatori, i quali devono sapere che non siamo noi gli speculatori. Su 20 euro di benzina erogata, ai benzinai vanno 38 centesimi lordi, pari al 2% del prezzo totale, circa 3,5 centesimi al litro. Non sono i benzinai a stabilire il prezzo e gli aumenti dei carburanti, ma le compagnie petrolifere. Inoltre, il margine dei benzinai non aumenta all’aumentare del prezzo di benzina e gasolio, ma rimane fisso: dunque, ai benzinai non convengono i rincari, perché rischiano di vendere di meno, come sta già avvenendo: dalla fine del taglio delle accise le nostre vendite sono calate di almeno il 5%. Ma il governo, lo stesso che ha eliminato il taglio delle accise, non riesce a pensare ad altro che all’ennesimo cartello con il prezzo medio da esporre sulle stazioni di servizio: come se la soluzione del problema fosse quella di appesantire i gestori di un’ulteriore incombenza o di inasprire le sanzioni nei loro confronti".
Continua il rappresentante dei benzinai: "Ogni benzinaio ha due obblighi relativamente ai prezzi. A ogni variazione deve comunicare il nuovo prezzo all’Osservatorio dei prezzi del ministero Imprese e del made in Italy e deve indicarlo sui cartelli posti sull’impianto. Se la comunicazione viene omessa o ritardata, in caso di controllo scatta la sanzione; ugualmente è sanzionabile l’assenza del cartello di indicazione della differenza di prezzo fra ’servito’ e ’fai da te’".
“Le associazioni dei gestori – continua la Faib – avevano già evidenziato al ministro la loro disponibilità a garantire ancora più trasparenza sulla rete di distribuzione carburanti che già oggi è gravata da adempimenti fiscali e amministrativi (dalla comunicazione prezzi alla trasmissione telematica dei corrispettivi, dalla bollatura degli erogatori all’esposizione dei prezzi sulle carreggiate fino all’esposizione dei differenziali, alla fattura elettronica, capaci di tracciare e garantire il prodotto a tutti i livelli), con l’esposizione di un Qrcode o un app o dispositivi elettronici a distanza, senza gravare le gestioni di ulteriori adempimenti e sanzioni".
Dunque, "nessuna contrarietà alla trasparenza, a patto che questa non si trasformi in nuovi appesantimenti gestionali a carico dei benzinai e conseguenti nuove sanzioni. Il governo, che con la soluzione proposta dalle associazioni avrebbe potuto garantire i propri obiettivi di assicurare ulteriori elementi di conoscenza utili al consumatore, non ha inteso recepire le osservazioni delle associazioni dei gestori atte a modificare le modalità di informazioni, rilanciando la croce addosso ai benzinai".