Roadhouse, aperture record. "Puntiamo su tutte le regioni"

La catena di Cremonini ha raggiunto i 123 locali

NUOVE FORMULE  Un locale della catena

NUOVE FORMULE Un locale della catena

Modena, 16 settembre 2018 - Dieci nuove aperture negli ultimi due mesi per Roadhouse, la catena di ristorazione dedicata agli appassionati di carne alla griglia del gruppo Cremonini (lo scorso anno poco più di 4 miliardi di euro di fatturato). Solo nel mese di luglio sono stati aperti nuovi locali a Lodi, Sarzana (La Spezia), Saronno (Varese), Treviglio (Bergamo) e a Roma: il dodicesimo nella Capitale. A questi a breve se ne aggiungeranno altri a Montecchio Maggiore (Vicenza), Ferrara Sud, Baranzate (Milano) e Pomezia (Roma). Il 123esimo locale di Roadhouse – 2800 dipendenti e 150 milioni di fatturato nel 2017 – è stato appena inaugurato ad Alessandria e, insieme a tutte le altre nuove aperture dell’estate appena trascorsa, darà un nuovo lavoro a quasi 300 giovani.

L’espansione di Roadhouse non conosce soste, ma ultimamente pare di assistere ad una accelerazione prima sconosciuta.

«Il nostro piano di sviluppo prevede da tempo dalle 20 alle 25 aperture l’anno» risponde Nicolas Bigard, l’a.d. di Roadhouse. «Se però indubbiamente, negli ultimi tempi, abbiamo potuto accelerare un po’ di più, questo è stato possibile grazie al notevole gradimento che il pubblico ci ha manifestato nel corso degli ultimi anni».

La caratteristica saliente che riconosce ai vostri clienti?

«Più di una, ma devo dire che li trovo sempre più fidelizzati. Non solo ci danno soddisfazione con le nuove aperture, ma continuano a frequentare anche i locali già aperti. E per noi questa è sempre la ‘grande sfida’, al di là dell’effetto novità che ogni nuova apertura genera. Una fidelizzazione che è frutto del nostro grande impegno per offrire una vera e propria ‘esperienza’ nel venire nei nostri locali».

Molte le aperture nelle regioni del nord, qualcuna anche nel centro, meno numerose invece quelle al sud, a parte la Sicilia. Una vostra precisa scelta o è legata, per esempio, alle diverse abitudini alimentari?

«Al centro-nord ci stiamo consolidando, ma gradualmente abbiamo intenzione di arrivare anche nelle altre regioni che ancora mancano all’appello. Le abitudini alimentari non c’entrano, perché la carne, alla griglia e non solo, è davvero apprezzata in tutta Italia. Non vedo differenze nelle scelte alimentari».

Invece per quanto riguarda una vostra espansione all’estero di cui si parlava già tempo fa?

«Al momento siamo presenti in Bulgaria, dove un imprenditore locale ha sposato il nostro progetto e ha voluto a tutti i costi aprire ben tre locali a Sofia, che vanno anche molto bene. Però noi, al momento, abbiamo posto la nostra priorità sull’Italia. Anche perché il mercato non è certo maturo e ci sono ancora grandi spazi di crescita».