Alluvioni e frane, 30mila in pericolo: ecco la mappa del rischio a Modena

L’ufficio studi Lapam sui pericoli idrogeologici effetto dei cambiamenti climatici: "Intervenire in fretta e lavorare insieme per uno sviluppo sostenibile"

In totale il 6,1% della superficie provinciale è a rischio idraulico

In totale il 6,1% della superficie provinciale è a rischio idraulico

Modena, 25 settembre 2022 - L’allarme per i devastanti effetti dei cambiamenti innalza lo stato di allerta anche per il dissesto idrogeologico della nostra provincia. A segnalare i rischi di frane e alluvioni che insidiano il territorio modenese è il segretario generale Lapam Carlo Alberto Rossi, che sollecita "l’impegno di tutti nella tutela dell’ambiente e nella lotta al dissesto idrogeologico". Sotto scacco a causa di queste minacce naturali, accelerate e rese più devastanti per i repentini cambiamenti climatici, è l’Ufficio Studi Lapam Confartigianato, che ha calcolato come le conseguenze minaccino più di 30mila persone, oltre 12mila edifici e più di 2mila imprese.

I numeri, forniti dall’Ufficio Studi della associazione imprenditoriale modenese, sono il risultato di una rielaborazione fatta su dati Ispra del 2020 (gli ultimi attualmente disponibili). Secondo questa analisi a destare forte preoccupazione è la pericolosità idraulica: i comuni più esposti sono Camposanto con un terzo esatto della superficie comunale in questa situazione (33,3%), Ravarino (24,7%) e Finale Emilia (18,3%). A seguire sopra al 10% ci sono San Felice e Mirandola (entrambi oltre il 17%), San Cesario al 16,3% e poi Nonantola, Campogalliano, Cavezzo e Soliera. In totale il 6,1% della superficie provinciale è a rischio idraulico, con 21.163 cittadini residenti in queste aree che potrebbero essere costretti all’abbandono delle proprie abitazioni, ovvero 4.583 edifici e 1.228 imprese.

Per quanto riguarda le frane invece a rischio è soprattutto l’Appennino. Ben il 13,5% della superficie dell’intera provincia presenta un livello di pericolosità da frana elevate e molto elevata, con punte che arrivano a toccare il 40% nei comuni di Frassinoro, Palagano e Montecreto. Non sono esenti neanche i comuni di Sestola, Montefiorino, Zocca, Lama Mocogno, Montese, Polinago e Prignano, che hanno più del 30% del territorio comunale a rischio. Il comune con più imprese a rischio (164) sia sotto il profilo del numero che della percentuale complessiva è quello di Lama Mocogno, che potrebbe perdere più della metà delle sue imprese (56,2%), ma sono a rischio anche 108 imprese a Fanano, 73 a Sestola e 71 a Serramazzoni, mentre come percentuale pesano molto le 27 imprese di Riolunato (il 38% del totale) e le 55 di Fiumalbo (34,8% del numero complessivo). "È più che mai necessario – rimarca Rossi – che tutti facciano la propria parte per la ricerca di un nuovo ed equilibrato modello di sviluppo e per orientare i comportamenti degli imprenditori verso scelte compatibili con il rispetto del territorio e per una transizione green".