Monte Cimone, ecco l’Osservatorio dove si misura come cambia il clima

La stazione meteorologica dell’Aeronautica più importante d’Italia. Dal buco dell’ozono all’anidride carbonica, 50 bollettini al giorno. Viaggio nel ventre della montagna per raggiungere i laboratori

Ai laboratori si sale con una cabina a sei posti che copre un dislivello di 300 metri

Ai laboratori si sale con una cabina a sei posti che copre un dislivello di 300 metri

Sestola (Modena), 15 agosto 2022 - Da quassù, in cima alla terrazza più esclusiva dell’Emilia-Romagna, nelle giornate limpide si osserva meravigliosamente il 40 per cento del territorio italiano. Lo sguardo gira a 360 gradi, si appoggia sui due mari, Tirreno e Adriatico, vola dalle cime del Friuli alla Corsica, dal Piemonte plana verso il monte Terminillo. Siamo sull’Osservatorio meteorologico del monte Cimone, 2.145 metri misurati sul terreno più un’altra decina di metri quando si entra all’interno dei laboratori dell’Aeronautica militare, circondati all’esterno da una ragnatela di ponti radio, antenne, rilevatori, strumentazioni di ultima generazione. La piccola struttura poggia sulla cima, mentre poco più sotto c’è quella del Cnr (Consiglio nazionale ricerche), che insieme all’Arma azzurra contribuisce al controllo e all’elaborazione di una infinita mole di dati meteorologici. Questa è la stazione meteo più importante d’Italia, unico centro montano per studi atmosferici e climatici a sud delle Alpi e della pianura padana. È una piattaforma strategica per l’analisi della composizione dell’atmosfera nell’Europa meridionale e nel Mediterraneo. Il monte Cimone, infatti, come un gigantesco frate guardiano, non ha barriere naturali intorno a sé e gode di un orizzonte completamente libero.

Ma il bello è come ci si arriva. Il Virgilio che ci guida nel viaggio dentro la montagna è il tenente dell’Aeronautica Stefano Amendola, capo sezione rilevamento dati del Camm (Centro aeronautica militare di montagna). In auto sulla strada militare chiusa al traffico, ma aperta per le passeggiate fino in cima, si arriva a Piancavallaro, paradiso invernale per gli sciatori. Un portone nella parete di roccia avverte che da lì l’area è off limits.

Zona militare. Si entra e la temperatura immediata precipita a 4 gradi come in frigorifero. Da qui in poi siamo nella pancia del monte. Primi passi dentro un corridoio alto circa due metri e largo quattro, perfettamente illuminato, che corre per 200 metri verso il centro del Cimone. Al termine ci attende una cabina, 6 posti come in funivia. Tutti a sedere, noi, il tenente e due sottufficiali (tecnici della meteorologia), i luogotenenti Nicola Mauriello, capo Nucleo osservazioni speciali al suolo, e Luigi Lauria, capo Nucleo osservazioni speciali. Gente esperta (in servizio qui da 32 e 28 anni), che guarda il cielo, annusa l’aria e ti sa dire che intenzioni hanno il vento o le nuvole. Clic, il portellone si chiude e la cabina comincia a salire lungo una rampa a cremagliera incastonata in un altro corridoio che sembra infinito. Pendenza 60%. Sono 420 metri di lunghezza, circa 300 di dislivello. Emozionante. Ma non è finita. Lassù bisogna prendere altri due ascensori, uno che sale per 37 metri e l’altro per 11. Arrivati dentro il laboratorio, dove fino al 2019 si alternavano 24 ore su 24 a turno quattro militari, il tenente Amendola spiega che ora la stazione meteo è completamente automatizzata, anche se il controllo umano resta fondamentale.

E c’è un compleanno in arrivo con 85 candeline: il primo bollettino meteo partì da qui il primo settembre 1937. Computer, misuratori, attrezzature per monitorare l’aria esterna, cavi, sensori. Sembra una stazione spaziale. L’ufficiale spiega: "L’Aeronautica si occupa della meteorologia classica, quindi qui si misurano 24 ore su 24 temperatura, pressione, umidità, intensità del vento e Co2 con l’emissione di 50 bollettini al giorno, che confluiscono nella base di Sestola per l’elaborazione poi al centro dell’Aeronautica di Pratica di Mare, che emette le previsioni meteo e le conferisce infine in una rete mondiale. Infatti, la stazione è l’unica che fa parte della rete di 31 strutture del programma Global Atmosphere Watch (Gaw) dell’Organizzazione mondiale per la meteorologia presente in Italia e nel bacino mediterraneo". Dal 1975 quassù si misura anche il buco dell’ozono, che risulta penalizzante per i due poli, ma stazionario per la pianura padana. In casa nostra, dunque, situazione abbastanza tranquilla.

Il grafico delle emissioni di Co2, l’anidride carbonica, invece fa strabuzzare gli occhi: dal 1979 è in crescita costante. La misurazione avviene oltre il cosiddetto strato limite planetario, cioè la parte di atmosfera che fornisce il valore di fondo e dove restano intrappolati gli scarichi prodotti al suolo. Uno spettrometro tiene monitorata l’atmosfera ogni 5 secondi. Per questa misurazione sulla continuità dei dati il Cimone è la prima stazione in Europa e la seconda al mondo dopo quella di Mauna Loa nelle isole Hawaii. Il Cnr, con l’altra stazione (sempre automatizzata), misura invece, fra le altre cose, il valore delle polveri nell’aria. Sotto osservazione dal 2015 c’è anche la concentrazione di metano, pure questa in crescita, che deriva in parte dalle emissioni animali negli allevamenti. I computer intanto si aggiornano fra grafici, numeri, sigle. Ogni ora producono tre bollettini: Metar, per la navigazione aerea; Synop per la climatologia; Qnh, sulla pressione dell’aria, direzione e intensità del vento. Sopra, nella terrazza funziona un laboratorio a cielo aperto fra anemometro che misura la direzione del vento, pluviometro per le precipitazioni atmosferiche, eliofanografo, cioè una sfera di cristallo (i maghi non c’entrano) che raccoglie il calore, brucia una cartina e fornisce il calcolo delle ore di sole. Nell’anno del caldo infernale quassù è un Paradiso. La temperatura massima degli ultimi 30 giorni mentre in pianura sembrava di essere in un forno: 21,8 gradi il 23 luglio alle 14, ora di Greenwich, valore comunque molto alto per la vetta. Il dato del 10 agosto: massima 13,3 gradi alle 13.10. Fuori il sole splende e la montagna è una ragnatela di sentieri con gli appassionati di trekking, formiche del turismo che salgono e scendono. Chissà se sanno che sopra di loro c’è un Grande fratello fatto di microchip e computer che misura il clima che oggi definiamo pazzo.