Ddl Zan in classe, strigliata dal ministero

Il sottosegretario all’Istruzione Sasso (Lega) attacca il liceo Formiggini per la lezione sul disegno di legge: "Indottrinamento senza contraddittorio"

Il sottosegretario del ministero dell’Istruzione Rossano Sasso

Il sottosegretario del ministero dell’Istruzione Rossano Sasso

Sassuolo (Modena), 24 giugno 2021 - "Il mondo della scuola sta subendo pressioni fortissime da individui e associazioni apertamente schierati in favore delle teorie gender: tutto ciò è inaccettabile". A prendere posizione sulla ‘lezione’ sul Ddl Zan (il disegno di legge contro chi discrimina e aggredisce sulla base dell’identità di genere) avvenuta a fine maggio al liceo Formiggini di Sassuolo e di cui abbiamo dato conto anche ieri è il sottosegretario del ministero dell’Istruzione Rossano Sasso: "Si susseguono ormai senza sosta le segnalazioni di tentativi di manipolare gli studenti. L’ultimo episodio si è verificato in un liceo di Sassuolo, dove l’ora dedicata all’educazione civica è stata trasformata in una occasione per cercare disperatamente di indottrinare ragazze e ragazzi. Il tutto senza alcun contraddittorio e senza avere informato le famiglie, in totale violazione del patto di corresponsabilità educativa".

Il sottosegretario del ministero dell’Istruzione Rossano Sasso
Il sottosegretario del ministero dell’Istruzione Rossano Sasso

Fermo restando, prosegue l’esponente del governo, "il rispetto totale per la libertà d’insegnamento e l’autonomia dei docenti e delle scuole, siamo di fronte a condotte che vanno contro ogni basilare principio pedagogico. Ci si fa beffe del diritto delle famiglie a esprimere un consenso informato e si sottopongono gli studenti a sessioni di indottrinamento su un testo che, è bene ricordarlo, ancora non è legge e su cui forze politiche, associazioni culturali, comitati di cittadini e anche il Vaticano hanno legittimamente sollevato forti contrarietà". Secondo Sasso "siamo di fronte a una strategia da parte di gruppi posizionati ideologicamente. Chi pensa di trasformare il mondo della scuola in un centro di elaborazione e propaganda delle più estreme ideologie gender si sbaglia di grosso. Non lo permetteremo".  

E sulla vicenda del Formiggini, definita "gravissima" arriva anche l’interrogazione al ministero dell’istruzione del vicecapogruppo della Lega alla Camera Alessandro Pagano: "Fuori subito nomi e cognomi dei responsabili che hanno permesso di trasformare una lezione di educazione civica in un’ora di teoria gender. Un monologo a senso unico, senza alcun contraddittorio e, soprattutto, senza che le famiglie ne fossero informate. Plauso al sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, per l’attenzione e la tempestività". Per Pagano "di fronte all’ennesimo, vergognoso tentativo di indottrinamento degli studenti, non ci sono scuse: questa non è autonomia scolastica, ma una subdola manovra per manipolare il loro pensiero e orientarlo verso le teorie gender che invece, come già ampiamente chiarito dalla nota del Miur del 15 settembre 2015, non rientrano in alcun modo nell’insegnamento scolastico. Dunque, chi ha sbagliato paghi".  

La vicenda prende le mosse da una lezione nell’ora di educazione nel corso della quale un ragazzo ha chiesto approfondimenti sulle discriminazioni e sul ddl in questione. L’insegnante allora ha predisposto delle slide illustrando il disegno di legge, ma una mamma, la signora Daniela Boni, ha lamentato che nessuno fosse stato avvertito e che si "è trattato di un caso di indottrinamento politico". La preside della scuola ha difeso l’insegnante spiegando che il ddl era stato presentato senza dare interpretazioni e che l’iniziativa rientra nelle prerogative del ruolo di docente.