Stefano Turati, chi è il portiere del Sassuolo che ha fermato la Juve

E' nato quando Buffon aveva già 169 presenze in Serie A. Domenica il debutto con una prestazione da predestinato

Sassuolo, Stefano Turati in uscita su Cristiano Ronaldo (Foto Ansa)

Sassuolo, Stefano Turati in uscita su Cristiano Ronaldo (Foto Ansa)

Sassuolo (Modena), 2 dicembre 2019 – E' nato a Milano il 5 settembre del 2001, quando Buffon aveva già 169 presenze in Serie A. Ieri, quando il totem bianconero si rendeva protagonista di una brutta prestazione, lui, Stefano Turati, debuttava nella massima serie. Con una prova incredibile.

Fino a ieri, invece, era 'semplicemente' il portiere della Primavera del Sassuolo. Fino a ieri, appunto, perché Turati, ieri, è andato in campo a difesa della porta del Sassuolo che giocava contro la Juve all’Allianz Stadium, ‘miracolato’ dalle assenze di Consigli e Pegolo. Ed è stato tra i protagonisti di un 2-2 che scuote il campionato.

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“Incredibile, troppe emozioni”, ha detto in coda ad una domenica che lo ha visto cadere su una conclusione ‘sporca’ di Bonucci e un rigore di CR7, ma sfoggiare parate importanti, sullo stesso Ronaldo, su Dybala, su Ramsey e su Higuain, che hanno tenuto in gara un Sassuolo coraggioso quanto il suo tecnico, ovvero quel De Zerbi che ha scelto lui, portiere della Primavera, e non quell’Alessandro Russo acquistato dal Sassuolo questa estate dal Genoa come terzo.

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“Non ci sto capendo niente”, ha ammesso Turati dopo una gara che gli ha acceso addosso riflettori (inattesi) che hanno illuminato anche i complimenti che non ha mancato di fargli anche Buffon (domenica opposta, per Gigi, con una topica che ha dato strada al 2-1 di Caputo a inizio ripresa). La ‘prima’, per Turati, vale invece “una telefonata alla mamma”, che il portiere milanese ha fatto appena sceso negli spogliatoi e, perché no, anche la gratitudine di quell’Inter che lo fatto crescere calcisticamente, prima di spedirlo altrove.

Nato a Milano nel settembre 2001, fino a 16 anni Turati è stato parte del vivaio dell’Inter, passando poi al Renate, in C, nel 2017. Nel 2018/19 è arrivato nel settore giovanile del Sassuolo, dove ha fatto 24 presenze in due stagioni facendosi notare, ok, ma non tanto da pensare che potesse vivere una domenica del genere.

Invece prima l’infortunio di Pegolo (a ottobre) lo ha spinto a ridosso della prima squadra (6 panchine con De Zerbi) e poi quello di Consigli a difesa della porta neroverde, in occasione della gara più difficile. Con la benedizione di De Zerbi. “Ha fatto una grande gara e non avevo dubbi: è – ha detto di lui il tecnico neroverde nel dopogara - il classico portiere, un po’ pazzo. Gli ho detto di godersi il momento perché alla sua età, se fai l’esordio in questo stadio contro questi campioni, devi anche goderti il cammino che hai fatto”.

Il momento è arrivato, e il giovane portiere non si può dire non se lo sia goduto: lui ha di che ringraziare se stesso e il Deze, mentre l’Inter che si prende la testa della classifica ha di che ringraziare Turati. E il Sassuolo, che ferma la Juve: altro che ‘Scansuolo’.