Nek: "La mia estate riconquistata"

Da Modena, dove ha condotto la serata per Pavarotti, all’Arena di Verona. "Amo sperimentare"

Nek

Nek

Modena, 8 settembre 2021 - Inarrestabile Nek. Lunedì sera lo abbiamo applaudito a Modena, sul palco del concerto dedicato a Luciano Pavarotti, dove il cantautore di Sassuolo è stato protagonista e conduttore della serata (accanto alla sorprendente Alice Pavarotti, figlia del tenorissimo) e ha perfino duettato con Vittorio Grigolo in una toccante esecuzione de ’Il canto’, un brano che il Maestro incise nel suo ultimo album. E già ieri mattina era all’Arena di Verona per le prove dei Seat Music Awards che lo vedranno nuovamente in veste di presentatore di una puntata speciale, in onda domenica 12 settembre alle 16.30 su Rai1. Fra tour acustico ed eventi, più che ’Un’estate normale’ – titolo del suo grande successo di questa stagione – per Nek è stata davvero... un’estate da corsa.

Filippo, prima di tutto come è andato il concerto per Luciano?

"Un’esperienza che ho vissuto con grande onore e responsabilità. Io non ho conosciuto di persona il Maestro ma anche attraverso le parole di sua moglie Nicoletta mi sembra di ‘sentirlo’ ancora qui. Non volevamo che fosse un anniversario, ma appunto un concerto in cui Luciano fosse presente, come se ci stesse ascoltando da casa sua, lì a fianco. Volevamo trasmettere al pubblico la sua positività".

Le piace cimentarsi come conduttore?

"Ci provo – sorride –. È un’alternativa, la trovo stimolante. Certo, io resto sempre legato alla musica che è il mio mondo, però mi piace sperimentare anche un linguaggio diverso".

Ha vissuto un’estate normale? O no?

"Più che altro in primavera nessuno avrebbe potuto prevedere con certezza che si potesse ritornare sul palco. Con i tempi che corrono quello che prima sembrava normale ora diventa straordinario. Questa forse dovrà essere la giusta indole anche per affrontare il futuro".

Ovvero?

"Il Covid deve insegnarci proprio a non dare nulla per scontato. Anni fa nessuno avrebbe desiderato un’estate normale: tutti anzi avrebbero desiderato di poter vivere qualcosa di eccezionale. Invece oggi la normalità può sembrare straordinaria, proprio perché abbiamo rischiato di perderla, e adesso l’abbiamo un po’ rivista, sebbene ‘aggiustata’...".

Lo scorso novembre l’incidente alla mano sinistra che ha richiesto anche un complesso intervento. Come va il recupero?

"Grazie a medici e terapisti sto riprendendo le funzionalità della mano. Non riesco ancora a suonare tutti gli strumenti, e infatti mi faccio accompagnare dal mio chitarrista. Però ho già ripreso a suonare il basso e il contrabbasso. Per me è stata un’esperienza traumatica".

Si era demoralizzato?

"Moltissimo. Ho dovuto affrontare una prova per la quale nessuno è mai pronto. Le mani sono importanti per tutti, ma per un musicista sono fondamentali. E ritrovarsi di punto in bianco senza l’uso della mano con cui hai composto musica per trent’anni, è uno choc. Bisogna rimettersi in gioco, riadattare la tecnica. Comunque mi sono rialzato".

A proposito di anni, fra poco saranno 50...

"A gennaio: ormai ci siamo. In realtà mi sento ancora un ragazzino. Ogni tanto mi ricordo che il 50° compleanno si avvicina però poi mi dico ‘Vabbè’, e riparto".

Progetti?

"Ne ho diversi, e non tutti legati alla musica".

Magari un libro?

"Sì, ci sto pensando. Voglio dare una testimonianza sui momenti che ho vissuto: oltre al Covid, l’incidente che mi ha messo in una condizione di autoriflessione. Ma mi ha dato anche la spinta per gestire la ripartenza".