Teatro Comunale Modena, si riparte nel nome di Pavarotti

Si (ri)alza il sipario dopo mesi di stop. Il direttore Aldo Sisillo: "Applicheremo dei protocolli per tutelare sia gli artisti che il pubblico"

Il direttore del Comunale, Aldo Sisillo (FotoFiocchi)

Il direttore del Comunale, Aldo Sisillo (FotoFiocchi)

Modena, 5 settembre 2020 - Su il sipario, che lo spettacolo ricominci. La lunga fase del lockdown ha allontanato il pubblico dai luoghi dove vivono arte ed emozioni, ma finalmente il mosaico della ripartenza sta (ri)prendendo forma. Anche il Teatro Comunale ‘Luciano Pavarotti’ si prepara a riavviare la sua avventura dopo mesi di stop e programmi saltati.

Primo appuntamento è proprio stasera con il Requiem di Gaetano Donizetti, nell’ambito delle iniziative dedicate al ricordo dell’indimenticato Big Luciano. Sarà l’inizio di una nuova fase (a ottobre andrà in scena la Traviata) che ci racconta il direttore del Comunale, Aldo Sisillo.  

Cos’ha significato per voi questa sorta di limbo?  «Dopo quasi sei mesi di blocco delle attività teatrali aperte al pubblico ripartiamo, e non senza emozione. All’inizio della chiusura abbiamo temuto che la mancanza di discussione sui luoghi di aggregazione della cultura potesse procurare una rimozione degli stessi nell’immaginario dei cittadini, dunque abbiamo tenuto viva la presenza dei Teatri servendoci dei nostri canali on line per diffondere attività passate, come la piattaforma Opera-streaming. Naturalmente il danno per i lavoratori dello spettacolo dal vivo è stato grande e non parlo solo degli artisti, ma di tecnici, sarti, elettricisti, di tutta quella attività economica che gira intorno a una produzione teatrale».  

Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova stagione e come l’avete preparata? «Durante la chiusura si è lavorato alla rimodulazione dei programmi, dunque a tutti gli accordi fatti fra i teatri per le coproduzioni. Noi abbiamo cercato inoltre di riprogrammare gli impegni con gli artisti rinviando i titoli o magari impegnandoli su altre produzioni per mantenere l’affidabilità e la credibilità conquistate nel tempo dal nostro Teatro. Ora ripartiamo dopo aver realizzato alcune attività estive all’aperto e aver lavorato alle manutenzioni interne. Stiamo programmando pensando a un cartellone che proceda per tappe (per ora fino a novembre) proprio per mantenere quella flessibilità di calendarizzazione che ci permetta di affrontare, le variazioni, spero positive, nell’andamento del contagio. Devo dire che abbiamo avuto il supporto continuo delle Istituzioni, come Regione e Comune, e dei nostri soci, innanzitutto la Fondazione di Modena, che hanno tenuto con gli enti culturali un dialogo continuo sulle problematiche che si ponevano progressivamente».  

In che modo vi state ponendo rispetto alle norme Covid? «Alcune condizioni rispetto a giugno sono già migliorate riguardo al distanziamento e al numero di persone che si possono ospitare, ma ovviamente abbiamo lavorato per creare dei protocolli di comportamento che preservassero sia i lavoratori che il pubblico. Dunque la stagione, opera, concerti e danza, sarà presentata la settimana prossima con le modalità che le attuali norme e le condizioni ci permettono. Gli spettacoli sono stati selezionati o prodotti per offrire al pubblico una qualità artistica in linea con le stagioni precedenti e la scelta si è orientata di preferenza su artisti nazionali per ovviare a eventuali restrizioni imposte a tutti coloro che viaggiano dall’estero».  

Auspici per il futuro? «Ci attendiamo un miglioramento della situazione generale anche se siamo convinti che bisognerà convivere ancora alcuni mesi con il Covid e confidiamo nel senso di responsabilità individuale dei lavoratori e del pubblico affinché non si creino situazioni di pericolo, che tenderei ad escludere date le dimensioni del Teatro, le modalità che si tengono generalmente nell’assistere ad uno spettacolo e le misure di sicurezza messe in atto».