Modena, 1 luglio 2011- IN UN PANORAMA cestistico modenese ormai da anni avaro di soddisfazioni, c’è qualcuno che da queste parti si è formato ed ora calca da protagonista la scena del basket italiano. Simone Pierich, 30 anni, figlio d’arte (il padre Elvio ha giocato anche in nazionale), è nato a Gorizia, ma è cresciuto (come uomo e come giocatore) tra Mirandola e Modena. Pierich è il capitano della Fastweb Casale Monferrato, fresca vincitrice del campionato di Legadue e neopromossa in serie A.
Simone, ha toccato il punto più alto della sua carriera, almeno fin qui…
«Sì, la promozione è stata una grande gioia, anche perché già nelle due stagioni precedenti c’eravamo andati vicini, senza riuscire a raggiungere l’obiettivo. Ora ce l’abbiamo fatta. E’ stata un’emozione immensa, il fatto di essere il capitano me l’ha fatta gustare ancora di più».
Anche perché lei, per Casale, è ormai una bandiera…
«Sono qui da cinque anni, mi sento a casa mia. Anche con i tifosi ho un ottimo rapporto».
Ed ora l’aspetta la serie A…
«Me lo auguro. Sono in scadenza di contratto, dovrò parlare con la società. La mia intenzione è quella di rimanere».
Ci spiega i suoi legami con la nostra provincia?
«Sono nato a Gorizia, ma all’età di quattro anni mi sono trasferito con la famiglia a Mirandola, dove ho iniziato a giocare. Poi sono stato per cinque anni a Modena, alla SBM, dove ho fatto la trafila delle giovanili, fino all’esordio in serie D. Proprio negli anni di Modena ho capito che quello che fino ad allora era solo un piacevole passatempo poteva diventare la mia professione. Dopo Modena, ho giocato due stagioni a Livorno, dove abbiamo vinto lo scudetto juniores, uno a Castelletto Ticino e due a Forlì, prima di venire a Casale».
Che ricordo ha delle nostre parti?
«Bellissimo. Lì da voi ho passato vent’anni della mia vita ed ho tuttora tantissimi amici. A Mirandola vivono i miei genitori e mio fratello, quando posso torno a trovarli».
Perché a Modena e dintorni il basket non riesce a sfondare?
«Non è semplice trovare una risposta. Ai tempi del Burghy e del Menestrello si era creato un certo entusiasmo, sembrava potessero esserci le premesse per un progetto duraturo. Può essere che la presenza di una realtà pallavolistica così forte tolga spazio agli altri sport. Una cosa è certa: anche a causa della crisi, c’è carenza di imprenditori disposti ad investire nello sport. Penso a Gorizia, la mia città natale: pur avendo una grande tradizione cestistica, è ormai da qualche anno senza basket di vertice».
Chiudiamo con una nota lieta: la “sua” Mirandola è tornata in serie B2, anche se in realtà ora gioca a Poggio Rusco…
«La promozione mi ha fatto piacere, come la presenza, tra i protagonisti, di Luca Tedeschini, cresciuto come me nelle giovanili di Modena».