Modena, 22 settembre 2011- BUON sangue non mente. Se fino ad ora Alessandro De Vitis è il miglior marcatore del Modena con i due gol segnati a Pescara e Gubbio, oltre alle sue indubbie qualità tecniche c’entra sicuramente infatti anche il Dna. Perchè suo padre è Antonio ‘Totò’ De Vitis, grande goleador degli anni Ottanta e Novanta: oltre 160 le sue reti in una carriera da centravanti puro, di cui più di 130 tra serie A e B, (tre anche al Modena), segnate soprattutto con le casacche di Taranto, Udinese, Piacenza e Verona. De Vitis senior, oggi 47enne, dopo aver appeso le scarpette al chiodo è rimasto nel mondo del calcio dove è stato anche direttore sportivo del Piacenza e sino all’anno scorso capo degli osservatori della Fiorentina.
De Vitis, come ha avviato suo figlio al calcio?
«Veramente non ho fatto assolutamente nulla per spingerlo in quella direzione. Pensate che fino a quattro-cinque anni i palloni non li prendeva nemmeno in considerazione, giocava solo con le automobiline. Poi un giorno, improvvisamente, ha detto a mia moglie che voleva entrare in una scuola calcio, e nonostante fosse di un anno più piccolo rispetto agli altri, cominciò in una squadra di Bussolengo, dove abitavamo, visto che allora io giocavo nel Verona».
L’Alessandro calciatore lo stiamo cominciando a conoscere ed apprezzare, l’Alessandro uomo com’è?
«Devo dire che è sempre stato un ragazzo eccellente, e di questo vanno dati i giusti meriti alla mamma che con lui ha costruito un ottimo rapporto. Non ci ha mai dato problemi, ha la testa sulle spalle ed è sempre riuscito a conciliare il calcio e la scuola».
Parliamo di gol. Lei ne ha fatti parecchi, ma ne ha mai segnato uno bello come quello di suo figlio al Gubbio?
«Beh, qualcuno... bellino l’ho segnato anch’io, ma ammetto che uno così non l’ho fatto mai. Ha fatto davvero un gol di una bellezza indescrivibile, soprattutto nella fase di preparazione del tiro».
Il Modena non sta passando un buon momento e sabato tra il pubblico si sono sentiti i primi mugugni...
«E’ presto per contestare una squadra dopo così poche partite, i primi giudizi vanno dati secondo me almeno dopo dieci-dodici gare. Nella squadra ci sono tante assenze, e poi la serie B è un campionato lunghissimo dove c’è tutto il tempo per recuperare il terreno perduto».
Un pregio e un difetto di Alessandro...
«Premettendo che stiamo parlando di un ragazzo di 19 anni che ovviamente ha ancora tanto da imparare, credo che il suo maggior pregio sia che riesce ad abbinare qualità e quantità, unite a una buona predisposizione tattica. Il difetto? Vorrei che avesse più cattiveria agonistica».
Contento della scelta di Modena?
«Io cerco di entrare nella sua vita calcistica il meno possibile, le valutazioni in questo campo sono tutte sue. So che a Modena si trova molto bene e questo ovviamente non può che farmi piacere».