Al Ricci ricordi e cori per il ’Magnanelli day’

Una serata speciale quella che il Sassuolo vivrà dalle 19 con una sorpresa preparata dai tifosi e la presentazione della prima squadra

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di Stefano Fogliani

A chi vorrà commuoversi non mancherà occasione, quindi un fazzoletto, per tergersi le lacrime o il sudore, è vivamente raccomandato. Chi, invece, vorrà esserci per salutare Francesco Magnanelli o ‘curiosare’ dentro una serata che vedrà anche la presentazione delle squadre maschili e femminili che disputeranno i prossimi campionati di serie A, basterà si metta addosso qualcosa di neroverde. A rivendicare l’appartenenza a questa miracolosa stagione lunga quasi 20 anni che la Mapei di Giorgio Squinzi ha regalato alla città più piccola mai rappresentata in A dal dopoguerra portandola addirittura in Europa. Sintetizzata da un evento – inizio ore 19, stadio Ricci – che se celebra il presente chiamando sul palco il Sassuolo di oggi, ha in Francesco Magnanelli il suo protagonista assoluto.

La serata, dalle 19 allo stadio ’Ricci’ (cancelli aperti dalle 18), è soprattutto per lui, che scelse Sassuolo quando non era nessuno e di Sassuolo e del Sassuolo è diventato un simbolo. Ad omaggiarlo i compagni e i tecnici di ieri e di oggi, con i quali darà vita ad una partitella, Veronica e Marco Squinzi, ma soprattutto la Sassuolo neroverde, che ha allestito una sorpresa che, prevedibilmente, commuoverà il ‘puma’ non meno di quanto lo commuoverà la cerimonia di ritiro della maglia numero 4. Che Magnanelli indosserà tuttavia, per l’ultima volta, in campo, sotto gli occhi di chi ha fatto la storia del Sassuolo in panchina (ci saranno Remondina, Mandorlini, Di Francesco, Iachini) e soprattutto dei tanti, che insieme a Magnanelli la storia l’hanno fatta in campo. Selva ed Erpen, Pensalfini e Troianiello, Falcinelli e Masucci, forse Troiano e Pagani, di sicuro Pomini e Longhi ma è ovvio che la ‘scaletta’, affidata a Marco Nosotti, ed i protagonisti restano top secret, né è il caso di svelare troppo.

Chi vuole esserci si metta una maglia neroverde – va bene anche se non ha il numero 4 – o ‘armi’ un vessillo, sempre neroverde. A occhio, ne varrà la pena.