di Lorenzo Longhi
Una carriera con una sola maglia, roba per pochi. Magari non si chiuderà in neroverde, ma già oggi Domenico Berardi – che al Sassuolo gioca dal 2010, dai tempi delle giovanili, e da allora ha sempre e solo vestito quella maglia – è tra coloro che hanno superato i 13 anni di presenza ininterrotta in un club, partendo dalle giovanili e senza nemmeno un giorno di prestito altrove, nei primi cinque campionati d’Europa: non sono tanti, ma andando a scovare queste rarità ci si trova al cospetto di vere e proprie bandiere, anche piuttosto note.
Il primo, il vero uomo-copertina dei grandi alfieri di un solo club, è in Germania, ed è famosissimo: stiamo parlando di Thomas Müller, classe 1989, uno che veste la maglia del Bayern Monaco da quando aveva 11 anni, nel 2000. Fuoriclasse, vincente, bandiera eterna del club bavarese, così come sono bandiere del Borussia Moenchengladbach Tony Jantschke (classe 1990, bianconeroverde dal 2006) e Patrick Herrmann, classe 1991, al Moenchengladbach dal 2009. In Germania, in effetti, la figura dell’one club man non è rarissima: fanno parte del novero anche Maximilian Arnold, centrocampista e capitano del Wolfsburg, classe 1994 come Berardi e tra i Lupi ormai dal 2009, e il difensore e capitano Christian Günter del Friburgo, al club ormai dal 2007, quando aveva 14 anni. Nel 2022, peraltro, si era ritirato Marcel Schmelzer, alfiere del Borussia Dortmund dal 2005 al 2022 e oggi allenatore del settore giovanile giallonero. Nomi noti ed evocativi anche nella Liga, dove all’Athletic di Bilbao, per storia e tradizione, le bandiere non mancano.
Basco e capitano, classe 1992, è Iker Muniain, all’Athletic dalle giovanili, precisamente dal 2005 e da lì non si è mai mosso, più o meno come ha fatto l’enfant du pays Koke – anch’egli classe 1992 – dall’Atletico Madrid, la cui maglia veste addirittura dal 2000, quando di anni ne aveva 8. Sempre a Madrid, ma sponda Real, c’è Nacho Fernandez, classe 1990, dal 2001 alla Casa Blanca, sempre tra le seconde linee, ma sempre lì, tra giovanili, Castilla e Real. Una maglia sola. Una e solo quella.
In Francia, in Ligue 1, spicca Anthony Lopes, portiere del Lione arrivato nel settore giovanile del club nel 2000, a 10 anni non ancora compiuti, mentre è un peccato che non sia invece riuscito a concludere la sua carriera con la stessa maglia Vincent Manceau, difensore centrale nato nel 1989 ad Angers e poco noto a chi non segue il calcio francese. La sua storia, però, merita un accenno, essendo egli entrato nel settore giovanile del club di casa nel 1995, a 6 anni, e avendo giocato nell’Angers tutta la carriera sino al 2022 – ben 27 anni con gli stessi colori addosso – quando, a contratto scaduto, è passato al Guingamp, in Ligue 2. Una storia d’altri tempi, che però, alla fine, fa sì che non possa essere considerato calciatore di una squadra sola. Cosa che, probabilmente, prima o poi accadrà anche a Berardi, il quale però oggi in Serie A è un Gronchi Rosa, pezzo raro come il più giovane – ma non di molto, essendo nato nel 1996 – Davide Calabria, milanista dal 2007. E in Premier League? Lì tutte le bandiere di oggi hanno almeno un passaggio in prestito altrove. Bandiere vere, ma con una cesura, come Seamus Coleman dell’Everton, Lewis Dunk e Solly March del Brighton e Paul Dummett del Newcastle United.