Bruno Rezende sfila con la bandiera del Brasile in una cerimonia ridimensionata dal Covid

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Una cerimonia inaugurale davvero particolare e molto meno colorata e gioiosa del solito, con tantissime delegazioni ridotte all’osso, dalla Gran Bretagna all’Australia che hanno sfilato con solo poche decine di atleti fino all’estremo del Brasile di Bruno che di fatto è entrato in pista con solo tre compagni di avventura olimpica. Scelte dettate dalla pandemia e dal rischio di contagio. Non così la delegazione italiana, cui mancava chi doveva ancora arrivare o chi, come la Nazionale italiana maschile, aveva impegni imminenti. C’erano Erika Piancastelli e la sua squadra di softball mentre degli altri modenesi ancora nessuno è arrivato a Tokyo: Paltrinieri è in viaggio mentre Rachele Barbieri e Ludovico Fossali raggiungeranno il Giappone il 26 luglio. A chiudere la sfilata il Giappone, mentre ad aprirla come sempre la Grecia. Dicevamo del Brasile e di Bruno, che ha sfilato con orgoglio nonostante non avesse dietro di sé tutta la delegazione degli atleti del suo paese, tenendo in mano la bandiera del Brasile assieme alla judoka Katleyn Quadros, record woman di presenze olimpiche per i verdeoro. Dopo la sfilata degli atleti è stata la volta dell’inno olimpico e forse del momento più emozionante per gli italiani da casa, quello della stella del volley nostrano Paola Egonu, scelta tra le sei atlete deputate a portare la bandiera del Cio e issarla di fianco a quella del Giappone. Infine si è proceduto all’accensione del braciere.

a.t.