Carpi travolto, debutto da incubo per Foschi

A San Benedetto un gran gol di Mastour illude, ma poi è notte fonda. La squadra non incassava cinque reti da tre anni e mezzo

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di Davide Setti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Un record Luciano Foschi l’ha subito centrato – anche se con colpe limitate visto che è arrivato da 48 ore – al suo debutto sulla panchina del Carpi. I biancorossi 5 reti al passivo come quelli buscate a San Benedetto non le subivano da tre anni e mezzo. Era il 18 novembre 2017 e il Carpi di Calabro in B veniva polverizzato 5-0 a Perugia in un pomeriggio fortunatamente isolato, subito cancellato sette giorni dopo dal trionfo sul Parma capolista. Ben 108 gare dopo il Carpi è naufragato nel peggiore dei modi al ’Riviera delle Palme’ dopo essere addirittura passato in vantaggio con la prima rete fra i professionisti di Mastour (e che gol) e solo la classifica, con la zona playout che resta distante 6 punti con 2 recuperi ancora da giocare, abbozza un sorriso alla squadra biancorossa. Ingeneroso sarebbe ovviamente puntare il dito per il tracollo sul tecnico, chiamato giovedì sera dopo l’esonero di Pochesci. Dietro al pesante 5-1 c’è molto di più.

Prima di tutto gli errori dei singoli, passaggi a vuoto che sono costati almeno 3 reti (vere e proprie dormite di De Cenco sull’1-1, Rossini sul 3-1 e Lomolino sul 4-1) sulle 5 incassate. Ma soprattutto una condizione fisica imbarazzante, già vista nella ripresa di Macerata mercoledì, in cui il lungo stop per Covid ha influito in modo netto, mascherata solo dalla pochezza del Ravenna (ieri ko numero 11 su 11 trasferte) una settimana fa. Un’incognita, quella della ripresa fisica post Covid, su cui né Pochesci né Foschi hanno potuto incidere e che rischia, come si temeva, di gravare come un macigno sul prossimo mese in cui si giocherà ogni tre giorni, a cominciare dalla sfida di mercoledì con la Feralpi.

Di certo dopo i primi 20’ nessuno avrebbe imaginato una domenica così macabra. Foschi, pur senza toccare l’assetto di Pochesci (3-4-1-2 con Sabotic e Marcellusi uniche novità rispetto al Matelica e Maurizi in tribuna), aveva dato un’impronta diversa: squadra chiusa e pronta a ripartire col fraseggio, ma senza disdegnare la palla lunga. Un avvio micidiale, coronato dalla splendida rete di Mastour, dopo quattro tocchi di prima Lomolino-Mastour-Ghion-Giovannini e dalla traversa di De Cenco da due passi sull’assist al bacio di Marcellusi. Salvata dal legno la Samb è riemersa e in 8’ prima del riposo l’ha ribaltata sfruttando il sonno di De Cenco, che ha lasciato girare in area Cristini su sponda di Nocciolini, e la magia di Lescano che, qualche minuto dopo aver colto la traversa, dal limite ha trovato il sette dopo il rinvio corto di Marcellusi. Prima di addormentarsi il Carpi non aveva sfruttato due ottimi contropiedi, ma nella ripresa la squadra di Foschi è scomparsa dopo 10’ accettabili. A tradirla è stato il baluardo di tanti miracoli, quel Rossini che si è fatto scappare sotto la pancia la punizione telefonata da 40 metri di Angiulli.

Una frittata che ha spento definitivamente la luce biancorossa. La Samb ha iniziato a macinare gioco, ha colto un palo, ha sfruttato l’altro regalo di Lomolino (palla corta in area per il comodo 4-1 di Lescano) e ha trovato la cinquina di rimessa con Masini, dopo che Rossini aveva detto di no altre due volte. Il Carpi non c’era già più da tempo, ma non è certamente colpa di Foschi.