Catia Pedrini rompe i rapporti con il procuratore di Zaytsev

All’origine dello scontro il tesseramento di Baranowicz che ha aperto un contenzioso con la sua ex società di Vibo

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Un messaggio lunghissimo su Facebook, quello di Catia Pedrini, che decide di intervenire sulla questione Baranowicz-Piacenza ma in realtà nel messaggio non lesina critiche al procuratore del giocatore (Virgilio Di Legge, procuratore anche di Zaytsev), alla neonata Associazione dei giocatori e ai potentati economici del volley. È la pietra tombale nel rapporto con l’ormai ex capitano e il suo manager? "Abbiamo una società, Piacenza – si legge – che decide di aggiungere un giocatore alla rosa. Abbiamo un giocatore entusiasta di questa proposta e progetto. Abbiamo un regolamento che prevede che se il giocatore è tesserato può, con un nulla osta, trasferirsi immediatamente. Le circostanze vogliono che il suddetto giocatore non sia tesserato per nessuna società avendo rifiutato di esserlo a luglio, per mail scritta dal suo procuratore . Esistono dei regolamenti federali validi per tutti. Se il giocatore, a mezzo del suo procuratore, ha scelto di aprire un contenzioso con la società, nella fattispecie la Tonno Callipo, è difficile possa ritenere un diritto che la Tonno Callipo gli faccia la ‘cortesia’ di un nulla osta. Credo, ma ribadisco credo, ci sia un pesante contenzioso in atto con Siena, per un altro giocatore sempre assistito dallo stesso procuratore. So per certo che c’è un altro problema, stesso procuratore, stessa Tonno Callipo, con il fratello del mio figlio degenere nero (Swan Ngapeth, ndr). Nasce l’Aip a tutela dei pallavolisti: in che senso. Tutelati da chi? Le società non hanno scopo di lucro. Due società hanno gonfiato i prezzi di mercato del 3040% in tre quattro anni. La pallavolo a parte per Perugia e Lube non è più sostenibile. . Ma che non si tocchi il nome di Pippo Callipo. Resteranno in due forse tre, forse quattro. Buona fortuna. Questa non è la pallavolo in cui credo io e tutta Modena".

a.t.