Dieci anni fa l’addio all’indimenticabile Ponzo

Scompariva il 24 marzo del 2013 a 41 anni uno dei giocatori simbolo della storia gialloblù protagonista nella Longobarda di De Biasi

Dieci anni fa l’addio all’indimenticabile Ponzo

Dieci anni fa l’addio all’indimenticabile Ponzo

di Davide Setti

Provate a chiudere gli occhi e pensare a Paolo Ponzo. È facile che ve lo vediate sfrecciare davanti, sempre di corsa, su quella fascia destra in cui ha fatto innamorare il pubblico di Modena. Oggi sono dieci anni che ’Paolino’ non c’è più, inghiottito in quel maledetto 24 marzo del 2013 dal freddo delle montagne che conosceva a menadito, quelle della sua Liguria. Il suo cuore ha smesso di battere durante il ’Maremontana’, un trial di corsa estrema sulle colline del loanese, a Savona, a pochi chilometri da Cairo Montenotte che l’11 marzo del 1972 gli aveva dato i natali. A 41 anni, dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 2012 ed essere diventato responsabile del settore giovanile del Savona, Ponzo continuava a mettere alla prova il suo fisico da guerriero, ma quel giorno un malore (causato da una cardiomiopatia ipertrofica al ventricolo sinistro, patologia asintomatica, come riconosciuto dal processo che si è concluso nel dicembre 2017 ed ha assolto i tre imputati dell’organizzazione della corsa) lo ha strappato dall’amore della sua famiglia, la moglie Michela e i figli Giovanni, Geordie e Gioele, e di tutti quei tifosi che in giro per l’Italia si erano innamorati del suo modo di stare dentro e fuori dal campo.

In gialloblù ha scritto la storia della mitica Longobarda: 5 anni, col doppio salto dalla C1 (era arrivato nel 2000 dalla Reggiana) alla A, 134 gettoni (43 in A) e una rete (di testa al Cittadella, prossimo avversario dei gialli, in B, nel 2001) fino all’addio nel 2005 quando a 33 anni riuscì a conquistare altre due promozioni con Spezia e Reggiana.

Per tutti era ’il muratore’, il soprannome che gli aveva dato l’allora speaker Antoine, un termine che gli piaceva perché "i muratori vengono sottovalutati – aveva detto – ma senza di loro ingegneri e geometri non saprebbero fare il proprio lavoro". Ponzo era l’uomo insostituibile a destra nel 3-4-1-2 di De Biasi, un giocatore fuori dagli stereotipi classici e per questo amato dalla sua gente. Ai tempi di Cesena durante le ore libere aveva prestato servizio da volontario al centro d’ascolto della Caritas e in beneficenza erano andati anche gli introiti del suo libro autobiografico ’Un pallone per gli altri’. Ponzo era così, pallone, famiglia e bicicletta. Nel ritiro di Pieve di Cadore, che aveva accompagnato gli anni d’oro di quel Modena, alla domenica – giorno di riposo – inforcava la mountain bike assieme al massaggiatore gialloblù Corrado Pizzarotti doppiando su per i sentieri delle Dolomiti i chilometri già percorsi durante la settimana in campo.

La notizia della sua morte arrivò come una pugnalata nella Primavera di 10 anni fa, ma nessuno da allora ha dimenticato Ponzo. Nell’aprile del 2013, a pochi mesi dalla morte, a lui venne dedicata una targa allo stadio ’Braglia’, inaugurata nel giorno del compleanno numero 101 del Modena con la frase "È stato bellissimo vederti correre per noi", che racconta un po’ tutto quello che era Ponzo. Il suo ricordo è riuscito anche ad unire due tifoserie così rivali come quelle di Modena e Reggiana, quando prima del derby del 2018 in D al ’Braglia’ i due presidenti di allora Salerno e Quintavalli regalarono alla moglie Michele le due maglie, mentre le due curve all’unisono cantavano il suo nome. Modena e Reggiana, assieme a Savona e Spezia, le sue squadre del cuore, avevano già dato vita al ’Paolino Day’ un torneo giovanile allo stadio ’Mirabello’ per celebrare la sua carriera. E nell’agosto del 2019 il 17enne Gioele Ponzo vestì la maglia del Modena durante il Torneo di Vignola, anche se solo in prova per poche gare. Ma vedere di nuovo un Ponzo sfrecciare col gialloblù addosso fu un’emozione unica.