Doppio incarico per gli allenatori, Modena capitale della ’rivolta’

I big fanno quadrato contro la Lega Pallavolo. La norma prevede multe salatissime per chi guida anche una Nazionale

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Una battaglia rimasta sotto traccia per mesi e che ieri è deflagrata proprio a Modena, dove alcuni degli allenatori più titolati della SuperLega si sono ritrovati assieme all’avocato Elisabetta Frate per esternare tutto il loro dissenso nei confronti della norma sul doppio incarico imposta dalla Lega Pallavolo senza che nessun tavolo di confronto serio sia stato finora aperto.

Di cosa si tratta. La norma sul doppio incarico esiste solo per la SuperLega maschile. Una clausola che fino a un anno fa imponeva una multa ai club (che si potevano rivalere sugli allenatori) che avessero assunto tecnici con un incarico anche per una Nazionale. Da quest’anno è diventato un divieto, con sanzioni salatissime: 100mila euro per un allenatore di SuperLega e relativi assistenti e 50mila per un allenatore di A2, ma non si applicano se il doppio incarico riguarda le Nazionali giovanili.

I presenti a Modena. Al tavolo della protesta ieri c’erano Andrea Giani, Roberto Piazza, Fabio Soli, Mauro De Cecco e Radostin Stoytchev. Nomi altisonanti cui si sono uniti, ma non hanno potuto raggiungere gli altri per impegni personali, Paolo Montagnani e Lorenzo Bernardi. La metà degli allenatori di SuperLega, un segnale forte a Massimo Righi e alla Lega Pallavolo.

Le dichiarazioni dell’avvocato. A prendere la parola per prima, spiegando i termini della questione e dei contatti con la Lega, l’avvocato dei tecnici Elisabetta Frate. "Mi sono posta alla Lega con un atteggiamento di confronto: la regola sul doppio incarico va in contrasto con tante risoluzioni della Corte Europea, norme anche già sportive, giurisdizioni in ambito lavorativo. Ho avuto un’ora di desolante confronto al quale mi venivano opposte argomentazioni politiche e non giuridiche. Un dialogo tra sordi. La Lega vuole inchiodare al club gli allenatori, invocando una tutela della salute e un conflitto di interesse per chi allena anche le Nazionali del quale però non mi sono stati spiegati bene confini, termini, esempi. La Lega si scherma dietro l’unanimità dei club che hanno votato, ma noi vorremmo che questo problema venisse risolto coinvolgendo la Fipav, che consente alle due Leghe maschile e femminile un atteggiamento completamente diverso sul doppio incarico. Mi auguro che il riscontro mediatico induca la Federazione a una presa di contatto, le violazioni sono tante. Quello che vogliamo rivendicare è semplicemente il diritto al lavoro. Se non dovesse esserci un ritorno non ci fermeremo qui".

Gli allenatori. A turno tutti hanno preso la parola con decisione. Così Andrea Giani: "La normativa va contro allenatori e assistenti in un mondo, quello dell’Italia pallavolistica, cresciuto esponenzialmente grazie anche agli allenatori stranieri (Velasco e Bebeto, per dirne due, ndr). Le sanzioni sono talmente esose rispetto a quello che guadagniamo". Anche Radostin Stoytchev, pur non coinvolto direttamente, si unisce alla lotta: "Sostengo la battaglia dei miei colleghi – racconta il bulgaro – perché credo sia giusta. Il tema riguarda la società e il tecnico, non la Lega. Vogliamo capire chi è con noi". Roberto Piazza si concentra sul fatto che "ci sono assistenti allenatori che con le Nazionali possono guadagnare qualcosa in più, la Lega non può essere l’organismo che gestisce la giustizia o meno di un provvedimento". Infine Fabio Soli, oggi capolista di SuperLega con la sua Cisterna e ct dell’Estonia: "Io alleno una Nazionale molto piccola, la multa rappresenta più del doppio rispetto al mio stipendio. Ad alcune occasioni ho rinunciato per paura ma poi ho pensato che fosse ora di fare qualcosa".

Alessandro Trebbi