Erlic, la maturazione è completata "Essere qui è un passo importante"

Il difensore croato, che i neroverdi non hanno mai perso di vista, torna e studia già da titolare. Con Ayhan possibile partente e gli addii di Chiriches e Peluso, il posto da centrale potrebbe essere suo

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di Stefano Fogliani

SASSUOLO

"Per me è un passo avanti: arrivo in una società forte, di cui conosco organizzazione e ambizione, e voglio fare il meglio per mettermi a disposizione del mister nelle migliori condizioni possibili". Arrivò in Italia, a Parma, dove lo portò l’attuale responsabile del vivaio neroverde Francesco Palmieri che era un ragazzino di 16 anni, Martin Erlic, e quando lasciò Sassuolo, dove (sempre insieme a Palmieri, "quasi – dice – un secondo padre, per me") era arrivato l’anno dopo per giocare due stagioni con la Primavera, era appena più che un promettente difensore di 19 anni. Che le promesse, però, le ha mantenute tutte: dal 2017 ad oggi, per il difensore croato, una stagione nel Sudtirol in C, e tre allo Spezia, con annessa promozione in A con i liguri e Sassuolo che, tra prestiti, cessioni e ‘recompre’ non lo ha mai perso di vista fino ad arruolarlo, quest’anno, agli ordini di Dionisi complice investimento da 3,5 milioni.

"E tornare qui è un piacere: non sono più il giocatore che se ne andò qualche anno fa, sono cresciuto e sono contento di potermi misurare ad alto livello. Il Sassuolo prima, come lo Spezia, sono state tappe fondamentali della mia crescita e adesso si tratta di continuare su questa strada".

Con Ayhan possibile partente, Chiriches già partito, Peluso fuori dai giochi l’idea è che Erlic il Sassuolo lo abbia riportato a casa per farne il centrale titolare, ma il croato non mette il carro davanti ai buoi. In carriera ne ha passate abbastanza – anche un infortunio che lo tenne fuori per tutta la stagione 201819 – per non farsi abbagliare: con lo Spezia ha fatto benissimo (anche un gol al Sassuolo, per dire) meritandosi anche l’approdo alla nazionale maggiore, ma quello di Vipiteno per lui è un nuovo inizio, anche se l’aria neroverde l’ha già respirata, quando da giovane Primavera studiava all’ombra di Paolo Cannavato (gioca, non per caso, con il numero 28) ma adesso si tratta di confermarsi, non più di sorprendere. Lo sa bene, il centrale croato, pronto ad alzare l’asticella. Un po’ come il Sassuolo.