«Felice di arrivare in neroverde»

«SONO felice». Tutto qui… Intercettato presso la sede milanese cui il Sassuolo si appoggia in tempi di calciomercato, Hamed Junior Traorè non ha scucito altro. Ma il virgolettato vale sigillo al passaggio del millenial prodigio che con l’Empoli ha fatto una stagione da pazzi al Sassuolo. Con la supervisione della Juve che, pare, ha agevolato il passaggio del centrocampista in neroverde. Perso Sensi, però, mica è il caso di andare troppo per il sottile, si saranno detti Rossi e Carnevali, ben sapendo che con la Juve i rapporti sono ottimi e la soddisfazione – vedi da ultimo l’affare Demiral – reciproca. Meglio, allora, accogliere a dovere «un giocatore che – ebbe a dire De Zerbi – fa la differenza». Che ha già fatto bene e può far meglio, che il Sassuolo si mette in casa in attesa che la Juve decida, chissà, di prenderselo, ma per quello c’è tempo. Quest’anno Hamed Junior, pezzo pregiatissimo di un mercato in divenire – su di lui in tanti - se lo tiene il Sassuolo, complice accordo con l’Empoli (circa 12 milioni ai toscani, la Juve si è tenuta opzione a 20, dicono) e quello con il giocatore (contratto fino al 2024) che domani potrebbe essere uno dei protagonisti del raduno del Mapei Football Center che decreta l’inizio della settima stagione neroverde in A. Ivoriano di nascita, reggiano di adozione (con la famiglia si è trasferito bambino a Barco di Bibbiano), Traorè ha bruciato le tappe: dalla bassa reggiana all’Empoli, con cui ha vinto un Viareggio ed esordito tra i pro, prima in B (ottobre 2017) e poi in A (26 agosto 2018, esordiente più giovane del campionato) collezionando, a soli 19 anni (ne compirà 20 a gennaio), la bellezza di 42gettoni in due stagioni. Lo aveva preso – in teoria – la Fiorentina a gennaio, ma il mancato deposito dei contratti lo ha lasciato all’Empoli che, retrocesso, ha scelto di capitalizzarne il talento. «Gioca come Sneijder e ricorda Pogba», recitano le iperboli in rete, e a quelle stiamo… Al Sassuolo basterebbe desse seguito a quanto fatto vedere nelle ultime due stagioni in Toscana: corsa, fisico, capacità di inserimento offensivo e tenuta difensiva, duttilità tattica e, perché no, quel pizzico di sana follia che spinge oltre i propri limiti quei giocatori che piacciono tantissimo a De Zerbi. Che, perso il ‘figlioccio’ Sensi, è pronto ad allevarne un altro.

s. f.