Ferrari e Sighinolfi da applausi nella corsa ’Made in Modena’

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Cento chilometri di corsa con i piedi affondati nella sabbia del deserto della Tunisia. È Zitoway la competizione che è prima di tutto un sfida con sé stessi. Nata a Modena vent’anni fa grazie ad un’idea di Manuel Lugli, raccoglie atleti di tutto il mondo. Quest’anno, dopo due anni di stop a causa della pandemia, ha visto brillare proprio due modenesi, Andrea Ferrari arrivato terzo tra gli uomini e Giulia Sighinolfi (foto) prima. Per Andrea è stato un ritorno al passato perché tenne a battesimo la prima edizione e in vent’anni, dice, le corse sono cambiate. "Era il 1999, eravamo dei pionieri – ricorda sorridendo – è successo un po’ di tutto; non c’erano tutte le attrezzature che ci sono oggi. La prima edizione erano quattro tappe da 25 chilometri l’una e quest’anno ho deciso che devo fare la tappa unica da 100. Non è una gara – prosegue Andrea – è un viaggio; sei da solo per 100 chilometri dopo la partenza che sei in gruppo, poi si sgrana e per chilometri non vedi nessuno, sei tu e il deserto". Zitoway si svolge nel deserto nel sud della Tunisia, vengono allestiti dagli organizzatori dei campi itineranti dove ci sono pasti, letti, medico e tutta l’assistenza logistica che segue gli atleti su tutto il percorso. Andrea e Giulia hanno scelto la versione più impegnativa, 100 chilometri ininterrotti dalla mattina alla sera. "Era la prima volta in una gara così impegnativa – racconta Sighinolfi – ti aspetti che sia molto faticosa ma in realtà quando ci sei l’ambiente stesso ti porta a viverla in un modo del tutto inaspettato. Grande soddisfazione arrivare prima ma soprattutto per me il risultato è stato portarla a termine senza sofferenza. Superati i 50 chilometri ho capito che era possibile".

Emanuela Zanasi