Frassinoro, la pista di biathlon scalda i motori

Presentato ieri l’ultimo stralcio del progetto

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Questione di mesi, ormai, e la prima pista di biathlon dell’Appennino sarà realtà. Sono stati infatti presentati ieri, in centro a Frassinoro, il render e il progetto del terzo ed ultimo stralcio, che vede la realizzazione di alcune infrastrutture tecniche come le tribune e l’impianto di illuminazione. Per l’evento sono accorsi il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente del Collegio nazionale Maestri di Sci Luciano Magnani e il presidente della Fisi Flavio Roda, oltre al sindaco di Frassinoro, agli sponsor e al giornalista Leo Turrini. Ma la vera ospite d’eccezione è stata Dorothea Wierer, atleta della Nazionale italiana di biathlon e campionessa olimpica, che – dicono gli organizzatori – "probabilmente sarà presente anche all’inaugurazione della pista completa, prevista nel corso del Frassinoro Summer Biathlon festival 2023". Questa fase del progetto è frutto di un investimento di circa mezzo milione di euro grazie ai fondi Pnrr. E Frassinoro sogna così di poter partecipare indirettamente alla preparazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026: "Stiamo facendo il possibile per omologare la pista e avere la possibilità di invitare team olimpici. Non puntiamo ad ospitare le Olimpiadi, ma piuttosto ad offrire tutte le condizioni necessarie per i ritiri di preparazione della Nazionale", spiega l’organizzatore e sponsor Andrea Biondini. La pista, attualmente di 1800 metri (ma potrebbe potenzialmente allungarsi di altri 400 metri), era nata come tracciato da skiroll. Con questo intervento diventerà una struttura polivalente per gli allenamenti sia estivi che invernali. Un vero ‘gioiello’ per Frassinoro: "Qui, a Piandelagotti e a Sant’Anna è nata la leggenda nel mondo dello sci nordico – rivendicano –. Siamo la culla dei ‘guru della sciolina’, ovvero gli esperti nella preparazione degli sci da fondo con 4 maestri che lavorano nelle nazionali: Gianluca Marcolini, Simone Biondini, Federico Fontana, Giovanni Ferrari".

r. p.