Il Carpi non ’ringhia’, il Sud Tirol lo travolge

La squadra di Pochesci non si è calata nella parte con la giusta grinta. Un pomeriggio nero che non cancella il cammino dei biancorossi

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Meglio dirlo subito, Sudtirol-Carpi era uno scontro diretto al vertice solo per la classifica. Nella realtà fra gli altoatesini, rinforzati in un gruppo storico che da anni lotta per la B, e i biancorossi, l’autentica sorpresa di queste prime 5 giornate, oggi c’è un divario che misura più o meno come il Gran Canyon.

Il 3-0 maturato a Salò, che condanna il Carpi alla seconda sconfitta stagionale, è il frutto di questo solco e di un Carpi che non ha saputo calarsi minimamente nella parte "da guerriglia" che il copione gli aveva regalato. Non ha "ringhiato", è rimasto sfilacciato, non ha mai messo pressione sui portatori di palla del Sudtirol e alla fine poteva finire anche peggio.

Un pomeriggio nero, che non deve cancellare tutto quello fatto fin qui, ma che serve a capire - se qualcuno avesse avuto dubbi - che i 10 punti in 6 gare (Riolfo l’anno scorso ne aveva messi insieme 11) sono oro in chiave salvezza per la giovane truppa biancorossa.

La squadra di Pochesci non ci ha capito un granché da subito: arrivava sempre seconda sulla palla e soprattutto non ha mai riproposto una degna azione offensiva. Hanno lasciato un po’ perplessi le scelte del tecnico: uno spaesato Varoli alzato da esterno sinistro a tutta fascia (da lì il Sudtirol entra come burro) e l’avanzamento di Ghion dietro le punte, una posizione che ha privato il Carpi del suo regista e soprattutto costretto l’ex sassolese a giocare spalle alla porta, senza vedere palla per i primi 35’. Se a un Carpi sempre in ritardo si aggiunge la qualità indiscutibile della squadra di Vecchi, che gioca a memoria nonostante il ko iniziale di Fischnaller, ecco che il primo tempo è stato a senso unico.

Proprio Varoli è arrivato in ritardo sulla diagonale di Tait che di testa (8’) ha sfruttato il cross di Fabbri per l’immediato 1-0. A parte qualche fiammata di un Biasci senza cattiveria, il monologo è stato tutto bolzanino. Rover si è divorato (forse spinto Bellini) da due passi il 2-0 sulla respinta corta di Rossini, poi alla mezz’ora il Sudtirol con il goniometro (azione tutta di prima a destra) e un po’ di fortuna (il tiro lisciato da Karic diventa un assist) ha trovato il meritato bis con Rover. Pochesci ha fatto marcia indietro dopo 35’ togliendo Bellini e Varoli e mettendo Maurizi a sinistra e Giovannini dietro le punte.

Ma nemmeno l’assetto iper offensivo ha svegliato il Carpi, mai pericoloso davanti all’ex Poluzzi, quello del "gollonzo" di Castellarano ai tempi cupi della D. Il Carpi della ripresa ha rinunciato subito a un impalpabile Carletti e solo al 17’ con Bayeye (tiro debole davanti a Poluzzi) ha provato a riaprire la gara. Il Sudtirol ha gestito senza spingere sul gas, ha colto due legni con Beccaro e Semprini in mezzo a cui, nel finale, è arrivato il tris di Magnaghi. Non era questa la gara della verità per il Carpi, troppo poco feroce per essere quello ammirato nel primo mese.

Davide Setti