"Il mio gol è la conferma della nostra qualità"

"Lasciai Lecce perchè mi emozionò la telefonata di Galliani. Amo i tatuaggi ma a Monza quando arrivava Berlusconi li coprivamo"

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Il giorno dopo, Modena sorride a trentadue denti. Perchè, diciamolo, la vittoria di lunedì sera contiene al suo interno ben di più dei tre punti che avvicinano i canarini al sogno. Hanno bellezza, quella delle rete segnate da Armellino, Tremolada e Magnino, delle azioni di Azzi e della fluidità di un centrocampo che gioca a occhi chiusi. E questo emerge anche dalle parole dello stesso Armellino, in estasi nel raccontare la serata perfetta: "È stata una gioia infinita – ha detto il centrocampista, ospite a "Barba&Capelli" - in questo Modena c’è davvero tutto e lo stiamo dimostrando. Con un pubblico del genere non può restare in Serie C, dobbiamo continuare a viaggiare su questa onda di entusiasmo. C’è un presidente e una società che in tanti invidiano, i 18 giocatori arrivati in estate sono venuti qui, me compreso, per provare a portare i gialli in B. Siamo primi e ce la metteremo tutta, ma come dice Tesser, uno degli allenatori più vincenti di questa categoria, conta essere primi alla fine. Il mio gol? Azione bellissima. Bello l’assist di Oukhadda, Tremolada mette una palla per Mosti in area incredibile, anche in B sarebbe difficile trovare uno coi suoi piedi. La dedica è per mia figlio che lunedì, a quasi due anni, è venuto per la prima allo stadio a vedermi. Si è meritato un bacio da parte mia".

Il duello con la Reggiana ha stimolato lui, ha stimolati gli altri: "Eravamo a meno 8 all’inizio, ovunque ci sarebbero stati mugugni – ha continuato Armellino – poteva sembrare già un fallimento. Poi siamo stati bravi ad isolarci dalla negatività e iniziare al corsa, costruendo il record. Fa piacere essere uno dei più presenti. A Pescara una delle partite più importanti, ci ha dato slancio e ho capito di essere in una squadra forte davvero. Arbitri? Momenti di frustrazione".

Marco Armellino è uno specialista delle promozioni. Ne ha ottenute due in B, in due piazze non banali come Lecce e Monza. Nella sua carriera ha incontrato Sarri a Sorrente, Dionigi a Reggio Calabria e naturalmente il duo Galliani-Berlusconi: "Ricordo che a Monza il presidente ripeteva sempre di non amare i tatuaggi e ce li avrebbe fatti togliere a sue spese – ha raccontato – e Galliani, prima che arrivasse nello spogliatoio, ci consigliava di coprirli. A Monza ho vissuto un’esperienza bellissima, mi tremeva la mano quando parlai al telefono con Galliani. Prima di lasciare quel Lecce che poi vinse la B e andò in A, Liverani mi disse di rimanere ma era per me un sogno lavorare con due persone di quel calibro. Modena? Con l’arrivo di Stroppa e di un nuovo staff, sono state fatte altre valuzioni. In maniera molto seria, e l’ho apprezzato, mi dissero che non avrei fatto parte del loro progetto ma difficilmente avrei voluto tornare in C dopo aver assaporato la B. Poi Vaira mi espose il progetto Modena e accettai senza pensarci troppo, fui e sono contentissimo. Avrei potuto andare ad Alessandria o in altre squadre di B ma ho sempre preferito progetti stimolanti".

E visto che di questi tempi vanno di moda i matrimoni al "Braglia" e dintorni, Armellino racconta un aneddoto della sua vita privata: "Ho una compagna, non siamo ancora sposati, lei vorrebbe – ha sorriso – la proposta di ieri allo stadio è stata una bella cosa. Conoscendomi, è molto difficile glielo chieda anch’io in questo modo".

Alessandro Troncone