Il Sassuolo ha ancora voglia di stupire

I riflettori del calcio italiano sono puntati sui neroverdi che, con la testa libera, proveranno a battere come all’andata il Milan

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Finisce, oggi, l’avventura in campo di Francesco Magnanelli, e finisce pure quella di Federico Peluso in neroverde. Poi finisce anche il campionato, e con una partita che vale tutto per il Milan, quanto per il Sassuolo lo scopriremo. Sei mesi fa, quando neroverdi e rossoneri si incrociarono a San Siro e il Sassuolo sbrecciò la squadra dell’ex Pioli, il Milan era già primo in classifica (insieme al Napoli, però…) e il Sassuolo un cantiere in movimento il cui incedere lo ha portato ai 50 punti di oggi. Oggi il Milan è primo da solo – e se non perde vince lo scudetto – mentre il cantiere neroverde si appresta a chiudere i lavori strizzando l’occhio a quanto non ti aspetti. La fiutano, i neroverdi, l’impresa: lo ha detto anche Rasapdori a metà settimana, lo ha confermato Alessio Dionisi e quello Scamacca che, per l’occasione, sceglie un nuovo look con capigliatura decolorata, prelude trappole possibili. Che Stefano Pioli, ex tecnico neroverde che ha buone consuetudini sul prato reggiano – è imbattuto dal 2018 - proverà ad evitare. Riuscendoci, vincerebbe lo scudettto, ma chissà… Perché il Sassuolo, già privo di assilli – era 12mo – a novembre e ‘leggero’ di testa, sarà ‘leggero’ anche oggi che ‘balla’ a ridosso di un undicesimo posto migliorabile s’intende, ma solo con gara extralarge che chissà se è nelle sue corde, viste le consapevolezze milaniste da una parte e, dall’atra, l’ovvia stanchezza che lega ogni squadra al suo finale di stagione. Per sbancare San Siro, a novembre, Dionisi cucì addosso ai neroverdi un 4-3-3 che faceva a meno di Traore in attacco e dava spazio, in mediana, alle geometrie del brasiliano Henrique e basterebbe il precedente ad aspettarsi una replica in questo senso, e non necessariamente legata alla scelta di coprirsi di più, quanto alle condizioni non ottimali di Traore.

Detto infatti che le assenze certe sono quelle di Romagna, Obiang, Toljan e Harroui e che rientra, avendo scontato la squalifica, Kyriakopulos, resta da dire dell’ivoriano. Fermo tra mercoledi e giovedi, al trotto venerdi e aggregato al gruppo solo in occasione della rifinitura di ieri, Junior mica è detto abbia i 90’ nella gambe, con tutto quel che segue in termini di opzioni ‘dionisiache’. "Uno schema ci da’ più equilibrio e copertura, l’altro maggior peso offensivo", ha sempre detto il tecnico neroverde, che il suo daffare lo avrà anche nello scegliere chi affiancare a Ferrari tra Ayhan e Chiriches al centro della difesa e nel modulare l’impiego di Defrel, che ha ingresso in campo garantito, a gara in corso, dalla sua capacità di ricoprire più ruoli, la stessa che potrebbe suggerire l’impiego part-time anche di Djuricic. Rispetto a Bologna torna dal 1’, in cabina di regia, anche Maxime Lopez, che radio mercato vuole vicinissimo alla Roma. Ma oggi si gioca ancora, e per il mercato c’è tempo.

Stefano Fogliani